Cattivi scienziati
Così il business delle "fabbriche di carta" avvelena la comunità scientifica
Aziende che prosperano ai margini del mercato delle pubblicazioni vendono manoscritti di nessuna rilevanza reale a chi vuole fare carriera facilmente. E' ora di abbandonare un sistema malato di mercato e di valutazione
Immaginate di essere uno stimato accademico, che dirige alcune riviste scientifiche di una prestigiosa casa editrice internazionale.
Accendete il computer, compulsate le e-mail del giorno e ne trovate una in inglese, il cui testo tradotto è il seguente:
Gentile Professor XXXX,
Sono della Cina continentale, perdoni l’interruzione!
A nome di alcuni giovani studiosi della Cina continentale, desidero chiedere il suo aiuto. Creiamo per loro un ambiente di crescita accademica adatto.
Poiché le università nel nostro paese di solito richiedono ai giovani studiosi di produrre risultati di ricerca in un periodo di tempo molto breve, essi sono costretti a scegliere ricerche che possono produrre risultati rapidamente, il che influisce sulla loro capacità di fare ricerche che diano loro soddisfazione e sul loro amore per il mondo accademico. Ad esempio, le università richiedono che i giovani studiosi vengano valutati ogni tre anni durante la fase di permanenza presso di loro, il che comporta che essi debbano produrre risultati di ricerca e iniziare a pubblicare articoli entro 1-2 anni, in quanto devono riservare del tempo per la fase di revisione, per scegliere un nuovo giornale se l'articolo è rifiutato, e così via.
Quindi, spero che lei possa aiutarli quando hanno manoscritti che potrebbero essere pubblicati nella rivista che lei dirige e spero che possa agevolarli. Naturalmente, la mia intenzione non è di abbassare i vostri standard accademici per loro, ma di aiutarli a non ritardare la revisione dei loro articoli sulla base del presupposto che soddisfino gli standard accademici della rivista. Allo stesso tempo, spero anche che, quando inviano i loro articoli alla sua rivista, lei possa aiutarli a non essere ignorati solo per non essere studiosi affermati.
Hanno bisogno del suo aiuto e il suo aiuto è molto importante per loro, dato che può aiutarli a crescere meglio e a scegliere il settore di ricerca che li interessa veramente.
Siamo molto grati per il vostro aiuto e le offriremo un compenso in segno di ringraziamento pari a $ 3000 per articolo. So che è scortese dirlo, e non volevo davvero offenderla. le sono davvero grato dal profondo del mio cuore e non so cosa dire; quindi, posso solo menzionare il compenso di ringraziamento!
Mi scuso ancora per la mia maleducazione! Per favore accetti le mie scuse!
Cordiali saluti,
Allen Zahid
Ora, l’amico che mi ha girato il messaggio originale è una persona al di sopra di ogni sospetto, ma pensate a questo: le riviste che presiede pubblicano nel complesso oltre un migliaio di articoli ogni anno. Un accordo come quello proposto potrebbe far balenare l’idea che, se attuato su larga scala, porterebbe a guadagni milionari (rigorosamente non tracciabili).
Le riviste in questione ne risentirebbero, perché sono riviste di buona qualità – forse anche da questo deriva la generosa offerta; ma, ovviamente, per il modo in cui funzionano le metriche, per qualche anno almeno reggerebbero ad una robusta percentuale di articoli frutto dell’accordo corruttivo, prima che gli indici bibliometrici ne segnalino la decadenza. Decadenza peraltro non certa, perché anche gli articoli fraudolenti possono essere molto citati, ed anzi l’acquisto di pacchetti di citazioni fa parte spesso dell’offerta di chi simili mail invia.
Ma chi è che avvicina persone come il mio amico, per produrre affari corrotti come quello in questione?
In generale, si tratta delle “fabbriche di carta”, ovvero di aziende che prosperano ai margini del mercato (malato) della pubblicazione scientifica e della connessa valutazione bibliometrica della produttività scientifica, offrendo come prodotto a chi voglia far carriera dei manoscritti già belli e pronti, di nessuna rilevanza reale quando non palesemente fraudolenti, pronti magari per essere pubblicati – spesso su riviste predatorie, ma sempre più di frequente anche su riviste accreditate. Se qualcuno volesse sapere come si può riuscirci in quest’ultimo caso, senza andare ad invocare la bassa qualità delle revisioni che sempre più sono la norma, basta considerare tipi di accordi corruttivi come quello proposto al mio amico e di cui qui discutiamo.
E nel caso specifico, possiamo avere la prova che non si tratti di uno scherzo, o magari di una trappola di qualcuno che volesse danneggiare la reputazione di una rivista e del suo editor in chief?
L’indirizzo e-mail fornito per le eventuali risposte al messaggio è quanto ci dà la prova che cerchiamo: [email protected]. Questo indirizzo è precisamente lo stesso usato nel caso di una simile lettera a nome di tale Allen Tang (invece di Allen Zahid), che proponeva “l’affare” ad un ricercatore tedesco, editore di una rivista MDPI che ha denunciato la cosa al direttore della rivista, il professor Marc A. Rosen, non senza però aver risposto al messaggio originale invitando a sottomettere un lavoro, per dar corda e scoprire le carte del suo interlocutore. Ed ecco la risposta arrivata al professore tedesco, da me tradotta per vostra comodità:
“Gentile Dott. [xxx], grazie per la sua pronta risposta!
Per non farle perdere troppo tempo, sarò diretto. Per favore mi perdoni per qualsiasi offesa. Ogni mese, alcuni autori vogliono che io aiuti a pubblicare articoli nelle riviste su cui è pubblicato uno speciale, quindi non vedo l'ora di collaborare con lei.
Il processo di cooperazione previsto è il seguente:
1. L'articolo le verrà inviato per la revisione prima dell'invio. Solo se ritiene che soddisfi lo standard di invio, lasceremo che l'autore sottometta effettivamente il manoscritto.
2. Dopo che l'articolo ha superato la revisione preliminare della rivista ed è arrivato a lei, per favore inviti i suoi colleghi più stretti a fungere da revisori il prima possibile. I commenti dei revisori potrebbero essere amichevoli, naturalmente a condizione che il manoscritto soddisfi gli standard di qualità.
3. Dopo aver ricevuto il manoscritto rivisto da parte dell'autore, si prega di rivedere e inviare la propria opinione sulla pubblicazione dell'articolo il prima possibile.
Credo che secondo il nostro processo di cooperazione, non solo possiamo garantire la qualità dell'articolo, ma anche aiutare l'autore a pubblicare l'articolo più velocemente e in modo più conveniente. Naturalmente, l'autore la ringrazierà anche per il suo aiuto. Per non sprecare troppo del suo tempo, lo dirò e basta. Se si offende, per favore accetti le mie scuse. Sarà pagato US $ 500-800 per ogni articolo. Oppure l'autore potrà aggiungere il suo nome all'articolo per aumentare la sua popolarità accademica, ad esempio aggiungendo il suo nome al secondo o terzo posto nella lista degli autori. La scelta del modo di ringraziamento di cui sopra dipende da lei.
Restiamo in attesa di una sua risposta!
Distinti saluti, Allen Tang”
Ora, forse a causa del minore impact factor, l’offerta nel caso dei tedeschi appare modesta, rispetto a quella giunta al mio interlocutore; ma qui interessa segnalare la diffusione del fenomeno, che, in corrispondenza con la sempre più ampia invasione di immondizia scientifica che trova posto nelle riviste sotto assedio delle “fabbriche di carta”, spiega almeno in parte perché sia giunto il momento di separare il mercato e la valutazione della ricerca ai fini del finanziamento e della carriera dalla valutazione bibliometrica.
La comunità scientifica si sta avvelenando da sola, rifiutandosi di abbandonare un sistema malato di mercato e di valutazione; è ora che essa recuperi il suo ruolo centrale, e smetta di comportarsi allo stesso tempo da produttore e da cliente, permettendo ad altri di ricavare enormi somme di denaro a fronte di poco o nessuno sforzo.
Per intanto, vale ciò che ho sempre sostenuto: una pubblicazione scientifica, anche su riviste prestigiose, deve oggi essere considerata l’inizio di una discussione sui dati presentati, e non il punto di arrivo e la prova finale della validità di una teoria.
cattivi scienziati
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