cattivi scienziati
"Stop ai maiali con le ali" e altre leggi bizzarre che possiamo aspettarci da questo governo
Con il divieto alla carne coltivata l'esecutivo introduce una norma per proibire ciò che comunque non è consentito. Ecco gli altri possibili interventi legislativi fantasiosi
Basta maiali con le ali. I maiali non son fatti per volare, e, poiché vi potrebbe essere un chiaro impatto negativo della loro circolazione in aria sul trasporto aereo civile e militare, è ora di presentare un Ddl all’attenzione dei parlamentari, in nome del principio di precauzione e della salvaguardia dei nostri allevamenti. Più o meno così si potrebbe rappresentare il prossimo dibattito parlamentare come quello che si è svolto ieri in Senato sulla carne coltivata e sul relativo disegno di legge presentato dal governo: si vuole introdurre una norma, per proibire ciò che comunque non è consentito, visto che non l’Italia, ma l’Europa e le rispettive istituzioni deputate devono pronunciarsi sull’immissione in commercio di qualunque prodotto alimentare, e visto che, quando ciò avverrà, nessuna normativa nazionale potrà procedere in direzione contraria rispetto a quella comunitaria.
Ma si sa, il caldo e l’italica fantasia possono combinarsi per produrre nelle nostre aule parlamentari e negli uffici dei ministeri (oltre che, evidentemente, nella mente dei ministri) ogni sorta di “opera buffa”, tanto più gradita quanto più serva a far rimasticare borbottii di approvazione all’elettorato bue, riferendoci qui con questo termine a quella sua particolare frazione chiaramente a digiuno di ogni pur minima norma in materia o del reale significato di certe boutade della politica. E infatti, per aggiungere un ulteriore effetto comico, non ci si limita semplicemente a proibire ciò che non è consentito e su cui comunque non si ha competenza, ma si va oltre: si specifica, si aggiungono particolari, tocchi che possano sottolineare l’irresistibile genio comico del legislatore.
Così, non si proibisce la carne coltivata “tout court”: in 7 articoli, si introduce il divieto di “produzione e immissione sul mercato di alimenti, bevande e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati.” Animali vertebrati: ecco il lampo, ecco l’estro, ecco la magnifica intuizione per suscitare il riso universale. Intanto, splendido il pleonasmo di “animali vertebrati”: posto che non si è mai sentito parlare di piante o funghi vertebrati, l’effetto, evidentemente volutamente ricercato nel capolavoro lessicale, è quasi quello del celebre latinorum dell’azzeccagarbugli, più ancora che quello di don Abbondio, con cui si intendeva sottolineare la sapienza, la preveggenza, il chiaro intendimento da parte del dotto nei confronti del povero ignorante, a mezzo di un fiorire di termini riempitivi quanto inutili, di “animali vertebrati” che si aggiravano nei verdi pascoli delle gride manzoniane. Ma poi, come non ha mancato di sottolineare la senatrice Cattaneo, vi è l’ulteriore, magnifica trovata di invocare il principio di precauzione nei confronti di qualcosa che viene dipinto come estraneo e pericoloso, sulla base del richiamo alla presenza di vertebre, mentre invece si dà per scontato che se si imitassero, chessò io, i moscioli delle Marche o la cozza pelosa pugliese o l’aragosta richiamata dalla senatrice, allora la precauzione cadrebbe.
E così, scopriamo fra le risate, il principio di precauzione è alla fine nei confronti dello scheletro assile, sacro e inviolabile da parte degli impuri scienziati; principio di precauzione che, apprendiamo dal capogruppo della Lega, è stato giustamente opposto per impedire nientemeno che “l’ultima trovata green della finanza mondiale”. Ma a questo punto, avendo salvato dalle mire dell’innominabile governo ombra mondiale le costolette e più in generale la carne dotata di scheletro assile attraverso una legge che proibisce ciò che comunque non è consentito, e in attesa della seconda puntata quando il ddl passerà all’esame della Camera, si aprono praterie sterminate per l’azione di questo governo e per i dibattiti parlamentari a spese nostre. Dopo il già nominato ddl contro i maiali con le ali, ecco qualche proposta che potrebbe servire di ispirazione per altri surreali e irresistibili eventi di intrattenimento legislativo. Si potrebbe vietare la sperimentazione, la produzione e la commercializzazione di prodotti a base di carne d’unicorno o di chimera, perché estranee alla tradizione culinaria nazionale e per precauzione contro zoonosi ancora ignote; vietare la commercializzazione di manna caduta dal cielo, perché offensiva per la religione e dannosa per le panetterie, ma anche potenzialmente per la salute, dato l’inquinamento dell’aria; ma, soprattutto, vietare l’uso eccessivo della materia grigia e l’acquisizione di una certa preparazione attraverso lo studio, per evitare di offendere chi, evidentemente, è privo di entrambi, e come precauzione utilissima a garantire la costante permanenza di una retrograda ed ignorante classe dirigente al governo di questo paese, indipendentemente dal suo colore politico.
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