Cattivi scienziati
Il 2023 è l'anno nero delle ritrattazioni scientifiche
Come da previsioni, il numero di articoli ritirati per frode sta crescendo esponenzialmente: segno del numero molto più grande di articoli fraudolenti. Il problema non può essere risolto senza abbandonare il meccanismo attuale del “publish or perish”
Come ampiamente prevedibile e previsto, il numero di ritrattazioni di articoli scientifici, a causa principalmente di frodi di varia natura, sta esplodendo. Nel 2023, questo numero ha superato i 10.000 articoli, stabilendo un nuovo record. In particolare, Arabia Saudita, Pakistan, Russia e Cina presentano le più alte percentuali di ritrattazione negli ultimi due decenni, secondo un'analisi appena pubblicata da Nature. La maggior parte delle ritrattazioni nel 2023 è associata alle riviste di proprietà di Hindawi, gruppo oggi appartenente all’editore scientifico Wiley. Le riviste di Hindawi hanno ritrattato oltre 8.000 articoli quest'anno, citando la compromissione dei processi di revisione e la manipolazione sistematica dei procedimenti di pubblicazione. Indagini avviate da esperti interni ed esterni in tema di integrità della ricerca, che hanno segnalato problemi come testo incoerente e riferimenti non pertinenti in numerosi articoli, hanno portato a queste ritrattazioni.
La maggior parte delle ritrattazioni da parte di Hindawi è legata a numeri speciali, ovvero raccolte di articoli spesso supervisionate da editori ospiti, le quali sono notoriamente sfruttate dagli editori per accrescere i propri bilanci e dai truffatori per la pubblicazione di articoli di bassa qualità o fraudolenti. In risposta, Wiley ha annunciato la fine di Hindawi e l'integrazione dei giornali esistenti nel proprio marchio, di fatto così smantellando la controllata e riportando tutte le riviste all’interno del proprio perimetro editoriale. Questa decisione è giunta dopo che Wiley ha chiuso quattro riviste di Hindawi e ha temporaneamente interrotto la pubblicazione di numeri speciali alla fine del 2022. L'editore ha rimosso centinaia di ricercatori e accademici corrotti dai propri sistemi, database e riviste, inclusi molti che ricoprivano il ruolo di editori ospiti proprio di numeri speciali delle riviste.
Soprattutto, e questa è una notizia molto interessante, Wiley sta cercando vie legali per condividere dati su questi individui con altri editori e entità rilevanti nella comunità della ricerca, un fatto che inverte una pluridecennale tendenza degli editori scientifici a condividere questo tipo di informazioni con la comunità scientifica, a causa della paura di conseguenze legali. Il tutto non è stato privo di costi: Wiley prevede per il 2023 una perdita di ricavi di $35-40 milioni. In generale, a parte il caso virtuoso di Wiley che ha energicamente reagito per quel che riguarda Hindawi, il tasso di ritrattazione sta aumentando a un ritmo che supera la crescita della velocità di pubblicazione degli articoli scientifici, portando a un totale di oltre 50.000 ritrattazioni finora identificabili. Dico “identificabili” perché, sebbene il database di Retraction Watch, ora distribuito pubblicamente da Crossref, sia ampio, non include ancora tutte le ritrattazioni del 2023. L’analisi di Nature per esempio ha incorporato circa 45.000 ritrattazioni dal dataset di Retraction Watch e ulteriori 5.000 ritrattazioni da vari editori, tra cui Hindawi, utilizzando il database di Dimensions, ma è chiaro che molte ritrattazioni potrebbero non essere state censite.
L'analisi appena pubblicata da Nature, che combina dati da Retraction Watch e altre fonti, rivela che le ritrattazioni non sono dovute esclusivamente a condotte scorrette, ma queste costituiscono la ragione principale e più rappresentata. Circa un quarto delle ritrattazioni totali sono articoli di conferenze, con la maggior parte di queste ritrattazioni attribuite all'Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), che ha ritrattato oltre 10.000 articoli di conferenze negli ultimi due decenni, con un picco tra il 2010 e il 2011. Tra i singoli editori, finora l'IEEE detiene il record per il maggior numero di ritrattazioni. Chi, come me, si occupa professionalmente di integrità nella ricerca scientifica sa bene e non si stancherà di ripetere che le circa 50.000 ritrattazioni registrate in tutto il mondo rappresentano solo la parte visibile di un problema più ampio.
La proliferazione di articoli provenienti da "cartiere della ricerca" - imprese che vendono lavori fraudolenti agli scienziati, lavori sempre più prodotti utilizzando intelligenza artificiale - è stimata in centinaia di migliaia. Questo dato oscura le frodi “tradizionali”, cioè condotte da singoli ricercatori nei propri laboratori, così come gli articoli erronei in buona fede, e rappresenta oggi il peggiore fra i risultati della corsa alla pubblicazione, scatenata dal perverso meccanismo di valutazione bibliometrico della qualità della ricerca e dei ricercatori.Ciò che io ed altri scrivevamo un decennio fa, sta puntualmente verificandosi; e finchè quel meccanismo valutativo non sarà abbandonato, almeno nella sua forma attuale, la previsione di ulteriori, catastrofici peggioramenti si avvererà con certezza matematica.Oggi più che mai, bisogna ripeterlo: la pubblicazione di un lavoro, in sé, non significa altro che la messa a disposizione di un materiale che altri ricercatori possono valutare, per stabilire quanto interessante, utile e veritiero sia ciò che in quel lavoro è affermato.
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