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Cattivi scienziati

Le differenze di potere spiegano perché uomini e donne sono così diversi

Enrico Bucci

Secondo un nuovo poderoso studio molte delle differenze di genere attribuite al sesso biologico potrebbero in realtà essere dovute a questioni relative al ruolo sociale

Di recente, vi è stato un forte incremento nelle meta-analisi che hanno esplorato la possibile differenza per molti tratti comportamentali e cognitivi fra uomini e donne. Nel caso in cui tali differenze siano rilevate, le spiegazioni più largamente diffuse possono essere ricondotte a due ipotesi che, anche se non sono di per sé mutuamente esclusive, contribuiscono in genere a polarizzare il dibattito. Da un lato, vi è chi rintraccia nella selezione naturale e nella differenza ormonale l’origine di adattamenti specifici nei due generi. Dall’altro vi è chi invece ritiene che la differenza eventualmente misurata sia sostanzialmente il frutto dei costrutti sociali e culturali che influenzano sia l’educazione che il ruolo di uomini e donne e che, rimossi quelli, anche le differenze più ampie tendano a scomparire.

Partendo proprio da un insieme di tratti sui quali vi è maggiore abbondanza di dati circa una differenza statisticamente importante fra uomini e donne, un gruppo di ricercatori ha voluto verificare quanta della variabilità riscontrata potesse essere spiegata invece che dal sesso biologico da un fattore diverso, ovvero l’ineguale distribuzione di potere fra gli individui arruolati nei vari studi alla base delle meta-analisi di cui si diceva. I loro risultati, appena pubblicati, sono particolarmente interessanti, perché mostrano come la rigorosa identificazione di bias non controllati può completamente cambiare il quadro interpretativo anche di un insieme ampio di meta-analisi moderne.

Consideriamo quindi alcuni dei risultati ottenuti su qualcuno dei tratti per i quali si misura solitamente una maggiore differenza. Ad esempio, gli studi sulle differenze di sesso/genere mostrano che gli uomini tendono a mostrare più capacità d’azione rispetto alle donne e che le donne tendono ad essere più sensibili a livello interpersonale rispetto agli uomini. Allo stesso tempo, tuttavia, un altro e diverso gruppo di studi devoluti alla caratterizzazione psicologica degli effetti del potere associa gli stessi identici tratti all’esercizio del potere e alla sua mancanza. In altre parole, molti studi rilevano che coloro che hanno potere mostrano più capacità di azione, mentre gli individui senza potere sono più sensibili verso gli altri, indipendentemente dal sesso biologico. Collegando con un’opportuna analisi statistica i risultati sperimentali sugli effetti psicologici della distribuzione del potere con quelli documentati dalle meta-analisi sulle differenze attribuite al sesso biologico, gli autori hanno scoperto che su 102 tratti cognitivi e comportamentali associati prevalentemente agli uomini, 72 erano anche collegati a persone con potere, mentre solo otto fra i tratti associati alle donne erano anche associati al potere.

In sostanza, gli uomini e le persone con potere tendono a mostrare una maggiore capacità di azione, autovalutazioni più positive, minore empatia e socievolezza e prestazioni più elevate nei compiti spaziali e creativi rispetto agli individui e alle donne con basso potere; viceversa, le donne e gli individui con meno potere tendono ad essere più sensibili e più attenti alle relazioni interpersonali. Come controllo, negli stessi studi sono stati esaminati tratti che non sono solitamente attribuiti prevalentemente ad un sesso rispetto all’altro: ebbene, questi sono risultati indipendenti o molto meno condizionati dalla distribuzione del potere rispetto al primo gruppo di tratti. A questo punto, è evidente che molti dei tratti cognitivi più collegati ad uno dei due sessi rispetto all’altro sono pure maggiormente connessi ad un maggior potere nella società moderna; siccome quest’ultima connessione risulta invece indipendente dal sesso biologico nella grandissima parte dei tratti esaminati (9:1), è probabile che sia la distribuzione del potere, e non una differenza biologica, ad influenzare molti tratti cognitivi e psicologici tradizionalmente attribuiti agli uomini e alle donne.

Da oggi, prima di affermare in modo univoco la dipendenza causale di una differenza dal sesso biologico, sarà quindi necessario controllare ogni studio per almeno un fattore confondente: il potere reale o percepito dei partecipanti allo studio.

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