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C'è del ghiaccio su Marte dove non si pensava ci potesse essere

La scoperta degli scienziati nella zona dei vulcani Tharsis e ciò che cambia nella nostra conoscenza del pianeta rosso e del cosmo

Giovanni Battistuzzi

Le missioni ExoMars e Mars Express dell'Esa hanno individuato ciò che nessun ricercatore si sarebbe mai aspettato di trovare in quelle zone di Marte: ghiaccio sulle sommità dei vulcani Tharsis che si trovano sull'equatore del pianeta.

"Pensavamo che fosse impossibile poiché il sommarsi dei raggi solari e atmosfera sottile mantiene le temperature relativamente alte in tutta la superficie di Marte, sia nelle fosse che nelle cime delle montagne, a differenza di ciò che vediamo sulla Terra, dove invece nessuno si stupisce nel vedere le vette ghiacciate", ha dichiarato Adomas Valantinas, il ricercatore, prima all'Università di Berna, in Svizzera, e ora è ricercatore post-dottorato alla Brown University, negli Stati Uniti, che ha per primo appurato l'esistenza di ghiaccio sulle cima di quelli che sono i vulcani più alti, non solo di Marte ma di tutto l'universo che conosciamo (circa tre volte il Monte Everest per avere un termine di paragone con la Terra).

Il ghiaccio si trova all'interno dei crateri sulla sommità dei vulcani -  createsi dallo svuotamento delle camere magmatiche durante le eruzioni passate - in zone in quasi costante ombra. Secondo Nicolas Thomas, ricercatore a capo del progetto e supervisore del dottorato di Adomas all'Università di Berna, "i venti risalgono i pendii delle montagne, portando aria relativamente umida dalla superficie fino ad altitudini più elevate, dove si condensa e si deposita sotto forma di brina".

La scoperta è stata possibile grazie all'unione dei rilevamenti dell'orbiter ExoMars TGO (in orbita dal 2018) e della sonda Mars Express (che gravita attorno a Marte dal dicembre del 2003).

"Trovare acqua sulla superficie di Marte è sempre emozionante, sia per l'interesse scientifico che per le sue implicazioni per l'esplorazione umana e robotica", ha detto Colin Wilson, scienziato del progetto Esa sia per ExoMars TGO che per Mars Express. Secondo lo scienziato, "la bassa pressione atmosferica di Marte fa sì che le cime delle montagne del pianeta non siano solitamente più fredde delle sue pianure" e ciò, si è scoperto, fa sì che "l'aria umida che soffia sui pendii delle montagne alla sommità delle alture, se incontra i fattori climatici giusti, possa gelare: un fenomeno decisamente simile a quanto accade sulla Terra", spiega. E aggiunge: “Comprendere esattamente quali fenomeni siano uguali, simili o completamente diversi su Terra e Marte migliora la nostra comprensione dei processi di base che si verificano non solo sulla Terra, ma fa in modo di ampliare la nostra conoscenza di ciò che può accadere anche in altre zone del cosmo”.

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