giustizia tra Terra e Spazio
Il Tar della Sicilia non blocca la ricerca scientifica: il telescopio dell'Esa sulle Madonie si farà
Dopo la sospensione di inizio settembre, i lavori per la costruzione dell'osservatorio astronomico sul Monte Mufara potranno proseguire
Alla fine è prevalso il buon senso e l'interesse comune: l’osservatorio sul Monte Mufara, quello che ospiterà il telescopio FlyEye, si farà. E quell'opportunità che sembrava sfumata, evaporata nelle proteste e nel ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Sicilia da parte degli ambientalisti, è ritornata a essere un presente e un futuro di avanguardia di scienza e ricerca.
È durato venti giorni il timore che un progetto di interesse europeo, anzi mondiale, potesse interrompersi dopo appena qualche giorno di lavoro. Il Tar siciliano però ha sentenziato che i lavori possono andare avanti, che quello che Club alpino italiano, Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf Sicilia avevano definito un pericolo per l'ecosistema del Parco delle Madonie in realtà non lo è. Certo, dei lavori devono essere fatti, un po' di terreno sarà sbancato, qualche albero verrà eradicato, ma nulla comprometterà l'ecosistema del parco naturale. E così dalla cima del Monte Mufara, l'Agenzia spaziale europea e quella italiana potranno iniziare lo studio dello Spazio per individuare oggetti celesti in avvicinamento e tutti i NEO (Near-Earth Objects), ossia asteroidi o anche comete, che potrebbero passare a una distanza inferiore ai 50 milioni di chilometri dal nostro pianeta e quindi essere potenzialmente pericolose in quanto potrebbero colpire la Terra.
A inizio settembre il Tar della Sicilia aveva bloccato i lavori dopo la presentazione da parte di Club Alpino Italiano, Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf Sicilia di un’istanza di misure cautelari e urgenti per bloccare il progetto. I giudici del Tar si erano presi un po' di tempo per approfondire gli incartamenti e aveva fissato l’udienza al 24 settembre 2024. E hanno dato ragione all'Ente parco che aveva dato via libera al progetto, sostenendo che i lavori in qualche migliaio di metri quadri di territorio in 161,8 chilometri quadrati di Parco, non potesse compromettere alcunché.
È stata di fatto accolta la tesi difensiva dell'Ente. L’avvocato Girolamo Rubino ha sostenuto la tardività e l’inammissibilità del ricorso "poiché il provvedimento autorizzatorio rilasciato dal Suap madonita, era stato rilasciato nel maggio 2023 e Legambiente ne era venuta certamente a conoscenza almeno nel mese di novembre dello stesso anno", aggiungendo inoltre che "contrariamente alle tesi delle associazioni ambientaliste, il progetto dell’osservatorio astronomico risulta compatibile con i vincoli vigenti all’interno del Parco delle Madonie ove è espressamente consentita la realizzazione di strutture destinate alla ricerca scientifica".
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – che ha delega alle politiche spaziali e aerospaziali – ha commentato così, in una nota, la notizia: "Esprimo soddisfazione per la decisione del TAR che sblocca un progetto strategico per la politica spaziale europea, riconoscendo la piena correttezza dell'operato del governo. Avanti sulla strada dello sviluppo, l'Italia è in campo, grande attore anche nello spazio".
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