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Cattivi scienziati

Un astrologo al ministero della Salute per parlare di lotta contro il cancro

Enrico Bucci

Nella conferenza organizzata dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) è intervenuto Jupiter", alias Rino Liuzzi di Conversano, che si occupa di astri e pianeti, non certo di oncologia. Aprire le porte a pseudoscienze come l’astrologia in un contesto istituzionale rischia di legittimare approcci antiscientifici

Nell’anno domini 2024, il 5 dicembre, presso l’Auditorium Cosimo Piccinno del ministero della Salute a Roma, si è tenuta una conferenza stampa organizzata dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), un evento che avrebbe dovuto rappresentare un momento di confronto importante sulla lotta contro il cancro e le prospettive future della ricerca oncologica. Tuttavia, ciò che è accaduto ha lasciato sconcertati molti dei presenti, fra cui tanti giornalisti che hanno abbandonato la conferenza stampa, trasformando quello che doveva essere un tributo alla scienza e al rigore medico in una parodia di dubbio gusto.

 

A presenziare la conferenza è stato infatti chiamato, con una scelta che risulta inspiegabile e inaccettabile, l’astrologo noto come "Jupiter", alias Rino Liuzzi di Conversano, personaggio che ha monopolizzato l’attenzione con discorsi sugli influssi di astri e pianeti e su un ovviamente vago “equilibrio con l’universo” che dovremmo avere. In un contesto istituzionale, ospitato nella stessa sala intitolata a Cosimo Piccinno, generale dei Carabinieri e comandante dei NAS, ricordato per il suo impegno nella tutela della salute pubblica e nella lotta contro le frodi sanitarie, l’intervento di un astrologo rappresenta non solo un’incongruenza, ma un tradimento degli obiettivi e dei principi che un evento di questo tipo dovrebbe perseguire.

 

L’astrologia, priva di basi scientifiche, non ha alcuna legittimità in un contesto dedicato alla salute pubblica. Permetterne la presenza, e peggio ancora affidarle un ruolo centrale in un evento che sarebbe dedicato all’oncologia, non è solo un insulto alla scienza, ma anche a tutti quei pazienti e familiari che ripongono fiducia in istituzioni come la Lilt per ottenere informazioni serie, cure migliori e un impegno rigoroso nella ricerca. L’evento solleva interrogativi gravi sulla responsabilità di chi ha permesso che un simile personaggio venisse invitato a intervenire in un momento così solenne. La scelta appare non solo fuori luogo, ma pericolosa: aprire le porte a pseudoscienze come l’astrologia in un contesto istituzionale rischia di legittimare approcci antiscientifici, alimentando confusione e sfiducia in un periodo storico già segnato da una pericolosa diffusione di disinformazione e teorie prive di fondamento. Non è accettabile che la sede del ministero della Salute, luogo simbolo della tutela della salute pubblica, sia stata utilizzata come palcoscenico per dare voce a superstizioni, oscurando il lavoro di chi, ogni giorno, si batte con rigore e dedizione contro il cancro.

 

Il ministro, la cui presenza annunciata non si è per fortuna materializzata, sapeva di cosa sarebbe successo? E cosa ha da dirci in merito all’uso di un auditorium del suo ministero per un evento di questo tipo? Le istituzioni coinvolte devono fornire spiegazioni chiare su come sia stato possibile che una figura come "Jupiter" fosse invitata a prendere parte a un evento come quello in questione. È fondamentale che episodi come questo non si ripetano, per riaffermare con forza la centralità della scienza e della medicina nella lotta contro le malattie. In un momento in cui il rigore scientifico è più che mai essenziale per affrontare le sfide globali della salute, concedere spazio a simili deviazioni significa tradire il mandato di chi opera per il benessere collettivo.

 

Le stelle devono rimanere un oggetto di contemplazione e meraviglia, ma le risposte ai problemi della salute si trovano qui sulla Terra, attraverso l’impegno quotidiano di medici, ricercatori e scienziati. Dobbiamo pretendere che ogni evento dedicato alla salute pubblica rifletta i più alti standard di serietà e responsabilità, perché la fiducia dei cittadini nella scienza è troppo preziosa per essere messa a rischio da spettacoli che non hanno nulla a che vedere con la realtà e con la cura della vita.