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Cattivi scienziati

Quell'enorme problema dei “morbillo party”

Enrico Bucci

Chi crede nei benefici delle “infezioni naturali” racconta sciocchezze ispirate al mito della natura benigna e salutare. Il morbillo non solo cancella la memoria immunitaria, ma può anche ridurre l’efficacia dei vaccini ricevuti in precedenza, aumentando indirettamente il rischio di infezioni prevenibili. Un grande rischio per la salute pubblica

Ancora oggi, c’è chi pensa che i “morbillo party” siano una buona idea, e che la protezione immunitaria indotta dalla risposta al virus sia migliore e abbia effetti benefici. La ragione per cui questo è sbagliato non sta solamente nel fatto che il virus del morbillo può dare in una percentuale piccola, ma non trascurabile, effetti molto gravi, e in una percentuale fra lo 0.1 per cento e lo 0.3 per cento può essere mortale.

Il punto è che, anche quando tutto sembra esaurirsi con febbre ed esantema, accade proprio il contrario di quanto tanti sostenitori della “infezione naturale” si aspettano: il sistema immune si indebolisce, e il rischio di mortalità per moltissime altre malattie – persino per quelle contro le quali un bambino è già vaccinato – aumenta. Questo fenomeno si fona su un meccanismo noto come amnesia immunitaria, che azzera in parte la memoria del sistema immunitario, rendendo l’individuo più vulnerabile a infezioni che in precedenza avrebbe potuto contrastare efficacemente.

Il sistema immunitario si basa sulla capacità di riconoscere i patogeni già incontrati e di reagire rapidamente grazie alla memoria immunologica. Questo è possibile grazie a una popolazione di linfociti B e T della memoria, cellule che conservano le informazioni su virus e batteri con cui il corpo è entrato in contatto, sia attraverso l’infezione naturale sia grazie alla vaccinazione. 

Il virus del morbillo, però, attacca proprio queste cellule. Durante l’infezione, il virus utilizza una proteina di fusione che gli permette di infettare i linfociti e di diffondersi rapidamente nel sistema immunitario. Il risultato è la distruzione di una parte significativa dei linfociti della memoria, con una perdita stimata tra il 20 per cento e il 70 per cento della diversità di anticorpi precedentemente acquisita. È come se il sistema immunitario subisse una regressione, tornando a uno stadio più primitivo in cui molte delle protezioni accumulate nel tempo vengono cancellate.

Questa perdita della memoria immunitaria non è una semplice riduzione temporanea dell’efficienza del sistema immunitario, ma una vera e propria vulnerabilità persistente che può durare mesi o addirittura anni. Studi epidemiologici hanno dimostrato che i bambini che hanno avuto il morbillo hanno un rischio significativamente maggiore di contrarre infezioni gravi nei due o tre anni successivi. Non si tratta solo di un aumento della suscettibilità ai virus respiratori stagionali, ma anche di una maggiore incidenza di infezioni batteriche, come polmoniti, otiti e forme gravi di pertosse, che possono risultare pericolose o addirittura letali. Questo spiega perché, storicamente, le epidemie di morbillo siano spesso seguite da un aumento della mortalità infantile per cause apparentemente non correlate.

Un altro aspetto cruciale è che la perdita della memoria immunitaria non è uniforme. Alcuni anticorpi possono essere conservati, mentre altri vengono persi, e il processo con cui avviene questa selezione non è ancora completamente chiaro. Tuttavia, sappiamo che la ricostruzione della memoria immunitaria dopo il morbillo è lenta e incompleta, il che significa che chi ha avuto la malattia potrebbe non recuperare mai del tutto la protezione contro alcuni patogeni con cui era già entrato in contatto prima dell’infezione.

A questo si aggiunge un’altra caratteristica preoccupante: il morbillo non solo cancella la memoria immunitaria, ma può anche alterare la risposta alle vaccinazioni precedenti. Nei bambini che hanno completato il calendario vaccinale contro altre malattie, l’infezione da morbillo può ridurre l’efficacia dei vaccini ricevuti in precedenza, costringendo l’organismo a “reimparare” la risposta immunitaria contro quei patogeni. Questo ha implicazioni dirette per la salute pubblica, perché significa che il morbillo può ridurre la protezione contro malattie come la varicella, la rosolia o il papillomavirus, aumentando indirettamente il rischio di infezioni prevenibili.

La buona notizia è che questo effetto devastante può essere completamente evitato con la vaccinazione. Il vaccino Mpr (morbillo-parotite-rosolia) contiene una versione attenuata del virus del morbillo che stimola il sistema immunitario senza causare la distruzione dei linfociti della memoria. In questo modo, chi si vaccina non solo è protetto dal morbillo, ma mantiene intatta l’immunità acquisita contro altre malattie. Questo spiega perché nei paesi con alta copertura vaccinale non si registra solo una riduzione dei casi di morbillo, ma anche un calo della mortalità infantile per altre infezioni: eliminando l’amnesia immunitaria, il vaccino protegge indirettamente da una vasta gamma di malattie.

Il morbillo, dunque, non è una semplice malattia esantematica da superare senza conseguenze. Il virus ha la capacità di smantellare anni di difese immunitarie accumulate, lasciando chi lo contrae in una condizione di vulnerabilità che può protrarsi nel tempo. L’amnesia immunitaria indotta dal morbillo è la prova di quanto sia riduttivo considerare questa malattia solo per i sintomi che provoca nell’immediato. Ciò che il virus lascia dietro di sé è un sistema immunitario compromesso, costretto a ricostruire lentamente le sue difese e, nel frattempo, esposto a infezioni che avrebbero potuto essere facilmente respinte. La vaccinazione non è solo una protezione contro il morbillo, ma un investimento nella sicurezza a lungo termine del sistema immunitario, un modo per garantire che le difese accumulate nel tempo non vengano cancellate da un’unica infezione.

E, come al solito, chi crede nei benefici delle “infezioni naturali” racconta sciocchezze ispirate al mito della natura benigna e salutare, che non reggono al confronto della realtà.

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