Al corso di formazione per gli insegnanti si parla di donna ideale citando il Corano e Chiara Ferragni
Sembra quasi che la scuola sia una serie infinita di occasioni perse, scrive il Professore Misterioso
Fresca di proposta matrimoniale e nel pieno dei festeggiamenti per i suoi trent’anni, Chiara Ferragni, la blogger del fashion, la fidanzata di Fedez, la coppia da dieci milioni di cuoricini per un bacio postato su Instagram, è diventata protagonista, a sua insaputa, del corso di formazione per i neo assunti nella scuola. Questa terribile macchina è una serie d’incontri che dovrebbero formare il docente appena immesso in ruolo. A Roma però sono originali e si sono inventati, all’interno di questo percorso, un convegno dal titolo “Il ruolo della donna nel contrastare le culture della prevaricazione. Prospettive educative”. In verità si tratta di una sessione suppletiva per chi avesse fatto un’assenza durante il percorso formativo. Nulla di obbligatorio ma meglio essere presenti.
Non bastavano i lunghi pomeriggi passati ad ascoltare Dirigenti in pensione e non, cose studiate e ristudiate durante i vari TFA, concorsi etc. Incessanti inviti a svolgere lezioni laboratoriali e non frontali (peccato che chi ci formava ha tenuto tutte lezioni frontali), costruire competenze e cittadini del futuro. Mancava il convegno filo-boldriniano ad appesantire un primaverile giorno d’inizio maggio. Tra gli ospiti intervenuti (ovviamente tutte donne) Milena Santerini (membro della commissione Cultura, istruzione e sport della Camera dei deputati), Sharzad Houshmand Zadah (teologa musulmana), Gioia De Cristofaro (presidente della Lunid, Libera Università dei Diritti Umani), Beatrice Coletti (Tv manager) Giovanna Barzanò (dirigente tecnico Miur).
Ad aprire i lavori è Sharzad Houshmand Zadah che legge lunghe parti del An-Nisâ’, il capitolo quarto del Corano, quello dedicato alle donne. Tra una spiegazione e l’altra la relatrice rileva come la donna possa essere strumento di lotta all’estremismo religioso, chiarisce che la donna è schiava dell’uomo e non del Corano. Dopo la parentesi musulmana prende la parola la De Cristoforo che si lancia in una lunga spiegazione sul cambiamento della figura femminile tra il XX e XXI secolo. Intanto osservo la platea dei miei colleghi: in molti giocano nervosamente con il telefonino, altri cercano gente disponibile, alle quattro del pomeriggio, per parlare di qualsiasi cosa. Alcuni correggono compiti o preparano lezioni per il giorno dopo. C’è poi chi legge libri di vario tipo. Scorgo un paio di Erri De Luca. Altri ancora controllano nervosamente l’ora in modo tale da potersi catapultare a firmare l’uscita.
A ridestare le menti è la Coletti che, partendo dalla sua prospettiva di esperta di comunicazione, s’interroga su quale sia il modello di donna che oggi le nostre alunne incrociano e guardano. Ed eccoci alla Ferragni innalzata a modello di donna per le ragazze delle nostre scuole. La Coletti in un moto di compassione comprende la difficoltà per le docenti donne di veicolare un nuovo modello femminile. Arriva il tanto agognato momento della pausa, prima però qualche domanda. Si alza una prof agguerrita. Confido in lei. Confido che domandi cosa questo convegno possa lontanamente servire a noi docenti impegnati con altre problematiche e desiderosi di formazione ben diversa dagli argomenti trattati. La collega brandisce il microfono e afferma: “Le problematiche che avete esposto sono il frutto di anni e anni di sopraffazione dell’uomo sulla donna”. Su quest’ultima massima confesso di essere uscito dall’aula. Sono le ore diciotto. Posso firmare e andare a casa. Triste perché sembra quasi che la scuola sia una serie infinita di occasioni perse. La Ferragni sarà anche un modello di donna che i giovani guardano. Quindi come insegnante cosa dovrei fare? Ecco a cosa mi è servito questo seminario. Se il bacio della Ferragni con Fedez, la richiesta di matrimonio di fronte a migliaia di persone, i consigli sull’abbigliamento e sul trucco sono più attraenti di una lezione a scuola, beh forse è giunto il momento che tutti s’interroghino su cosa diamo ai nostri alunni in classe che, in alcuni casi, non riesce minimamente ad attrarli.
Il professore misterioso di questo mese è un neoassunto in ruolo. Mandate le vostre esperienze significative (massimo 4.000 battute, spazi compresi) a [email protected]
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