Per avere classi sicure il tracciamento è fondamentale e "isolare è l'unico strumento valido", spiega la responsabile dell'équipe anti Covid della Asl Roma 1. Ma un protocollo unico non c'è e "le scuole spesso non sanno come comportarsi", ci dice il capo dei presidi del Lazio
Classi in quarantena, didattica a distanza, isolamento precauzionale. La risposta delle scuole quando uno studente o un docente risultano positivi al Covid non è sempre la stessa e molto dipende da come è organizzata la Asl di riferimento. Come il Foglio ha spesso raccontato, le misure attivate per gestire la didattica in presenza hanno reso la scuola un luogo protetto. Ma come ha suggerito anche Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, il punto “non è vedere se la scuola è pericolosa o meno ma è attivare tutte quelle risorse necessarie a identificare, monitorare, isolare tempestivamente i positivi”. In questo passaggio, il coordinamento tra Asl e istituti scolastici ha un ruolo centrale se si pensa che solo le prime possono disporre la quarantena della classe e la successiva ripresa delle attività, mentre i presidi, anche quando sono a conoscenza di un caso sospetto o positivo, non possono prendere nessuna iniziativa.
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