Al direttore - Le scrivo per condividere con Lei un senso di grande tristezza e frustrazione per il dibattito che vedo sul tema scuola. Tristezza perché ritengo che il livello della discussione sia veramente povero, il dibattito politico e mediatico che accompagna le disavventure del mondo scolastico è di un livello decisamente inaccettabile. Sugli organi di stampa e negli interminabili dibattiti televisivi prevale oggi il dilemma sulla possibilità di passare le vacanze nella seconda casa o il drammatico quesito sul numero di commensali da invitare al cenone di Natale e Capodanno piuttosto che disquisire sul dramma di milioni di ragazzi costretti alla Dad, orrendo acronimo che ci dice che si può continuare a studiare lontano dal luogo ove, da sempre, si formano le menti dei nostri giovani, cioè la scuola. Frustrazione perché nonostante tutti gli sforzi che molti hanno fatto in questi mesi, confrontati con il tremendo tsunami del Coronavirus che ha travolto l’intero pianeta, non si sia riusciti a trovare risposte concrete alle necessità dei nostri studenti.
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