Il pedagogista Daniele Novara traccia un bilancio drammatico della cultura contemporanea: "Scarseggiano gli asili nido, le città sono concepite dimenticando gli spazi per i più piccoli. Non esiste una progettualità ma solo l’immediato"
Da poche settimane ha lanciato un appello per la riapertura di tutte le scuole unitamente a insegnanti, psicologi e altri uomini di cultura. Lui è Daniele Novara, pedagogista, una vita spesa a studiare il mondo dei bambini e degli adolescenti; una voce autorevole e spesso scomoda nel panorama educativo nazionale. I suoi interventi hanno smascherato alcune storture del sistema scolastico (bullismo, branco, disturbi di apprendimento, conflittualità…) e tracciato un drammatico ritratto della cultura contemporanea. Novara è l’unico a riproporre parole, ripulendole dalle nevrosi che colgono adulti e istituzioni le quali spesso si aggrappano a spot vuoti e infruttuosi per coprire la propria incapacità. Nelle ultime settimane scandite dalla risalita violenta del Covid, il pedagogista ha pubblicato per i saggi della Rizzoli il volume “I bambini sono sempre gli ultimi”. Un “testo-denuncia” sulla drammatica condizione delle nuove generazioni che svela quanto responsabili siano gli adulti. “C’è una generazione che non è all’altezza della situazione che stiamo vivendo”, scandisce deciso dall’altro capo della cornetta. “Gli adulti stanno compromettendo il futuro di un’intera generazione”.
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