Lo scaglionamento degli orari d'ingresso e d'uscita. La rimodulazione delle lezioni universitarie e l'incentivo allo smart working. E poi, ancora, i rimborsi alle regioni per i trasporti aggiuntivi. La tabella di marcia spiegata dal ministro De Micheli. Ma la Paita (Iv) attacca: la riapertura al 50 per cento è una sconfitta
È il tema dei temi, il nodo da cui almeno in parte passa il rilancio dell'opera di governo. Come stabilito da una riunione della scorsa settimana che ha coinvolto mezzo esecutivo, la Conferenza delle regioni, l'Anci e l'Unione delle province, il 7 gennaio sarà il giorno del rientro nelle aule per il 50 per cento degli studenti delle scuole superiori, una delle categorie che nel passaggio tra zone di rischio in cui a mano a mano si è colorata la cartina delle regioni, s'è sempre vista esclusa dalla didattica in presenza. Ma, come ha spiegato in mattinata il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, il governo ha "preparato un piano di riorganizzazione del trasporto pubblico locale in modo di essere pronti per il 7 gennaio per la riapertura della scuola fino al 75% in presenza". Che è come dire che ci si prepara già a quando questa soglia sarà possibile eventualmente raggiungerla, al decrescere dei contagi a livello nazionale.
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