La Azzolina sta con gli studenti. Gli studenti non stanno con la Azzolina
"La scuola dev'essere una priorità politica. La pandemia ha reso evidenti i problemi che l'istruzione aveva già da anni", dicono gli studenti in piazza
Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina in radio sostiene che la rabbia degli studenti è comprensibile, ma la responsabilità adesso è delle regioni. "E allora adesso le istituzioni si muovano", le rispondono i giovani radunati davanti al Miur
Nel giorno del rientro a scuola per centinaia di migliaia di studenti delle superiori, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha detto a ‘Tutti in classe’ su Radio1 di capire gli studenti arrabbiati. "Se mi avessero tolto la scuola alla loro età anch’io sarei stata arrabbiata. Ma a loro non interessa capire di chi è la responsabilità, io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che poteva". “Capisco le loro frustrazione”, ha detto ancora Azzolina, “le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le regioni a decidere”. Doveva essere il giorno del rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori, invece oggi la campanella è suonata solo in tre regioni: Abruzzo, Toscana e Valle d'Aosta. In tutto il resto del paese i presidenti delle regioni hanno prorogato ancora una volta la didattica a distanza, sollevando le proteste dei ragazzi. "Ci fa piacere che ci dia ragione. E allora adesso le istituzioni si muovano", le rispondono i giovani radunati davanti al Miur. Gli studenti chiedono che "la politica torni a parlare del valore della scuola: classi pollaio, taglio dell'organico, trasporti e spazi insufficienti sono problemi che esistono da anni. La pandemia li ha solo resi più evidenti".