La scuola sull'orlo della Dad. Il dejà-vu e la speranza del vaccino

Le parole del ministro, i parametri, le decisioni imminenti

Marianna Rizzini

Dice il presidente dell'Associazione Nazionale presidi Antonello Giannelli: "Ora è necessario che la campagna vaccinale, dei lavoratori della scuola prima e di tutti gli studenti poi, proceda velocemente. Condizione unica, questa, per pensare all’avvio sicuro del prossimo anno scolastico”

“Per la riapertura delle scuole non c'è una data certa”, ha detto il neo ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi (che ha definito la scelta di ricorrere di nuovo alla didattica a distanza “sofferta ma responsabile”). Nell'incertezza del momento, e in vista delle correzioni al Dpcm firmato da Mario Draghi pochi giorni fa, un'unica triste consapevolezza si fa strada: che la scuola sta per rivivere scenari che si sperava fossero alle spalle. Ma la situazione impone il balzo all'indietro, dice l'infettivologo dell'Ospedale Sacco Massimo Galli a “L'aria che tira”, su La7: “Detto con la morte nel cuore, la chiusura delle scuole è inevitabile”.

  

Intanto, e in attesa dei dati di venerdì prossimo, quelli che determineranno l'eventuale cambio di colore per molte regioni, il parametro scelto per dare ai governatori facoltà di chiudere gli edifici scolastici anche nelle zone gialle e arancioni (in quelle rosse scatta automaticamente), e cioè il criterio dei 250 contagi ogni centomila abitanti, è ora considerato parametro limite anche per la contemporanea serrata dei negozi.

 

Si vuole infatti evitare quello che genitori e docenti da tempo denunciano: se non si va in aula e si ricorre alla Dad al mattino, poi non si può correre il rischio che i ragazzi si vedano il pomeriggio nei centri commerciali o al bar. Dall'Associazione Nazionale Presidi il presidente Antonello Giannelli, pur prendendo atto della dolorosa necessità presente, guarda ai mesi che verranno: “Fin dalle prime fasi della pandemia”, dice, “abbiamo ritenuto opportuno che le decisioni in merito alle eventuali chiusure delle scuole fossero affidate alle autorità sanitarie. Quello che ci auguriamo è che si possa riaprire quanto prima in sicurezza e soprattutto che le scuole possano rimanere aperte. Detto questo, la didattica rimane attiva anche a distanza, valorizzando il patrimonio di esperienze didattiche acquisito. L’anno scolastico non è perso e tutto il personale della scuola continua a lavorare come ha sempre fatto”.

 

Ma “ora è necessario che la campagna vaccinale, dei lavoratori della scuola prima e di tutti gli studenti poi, proceda velocemente. Condizione unica, questa, per pensare all’avvio sicuro del prossimo anno scolastico”. Ed è questo infatti il prossimo tornante: se i cittadini sono disposti ad accettare un altro sacrificio, lo sono nella direzione indicata dal premier Mario Draghi l'8 marzo: “La via d'uscita non è lontana”, ha detto il premier, parlando dell'accelerazione sui vaccini che può portare il sognato ritorno alla normalità.

  

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.