Test a tutti gli studenti?
Riaprire per non richiudere
Il progetto allo studio tra governo e Cts
Il presidente dell'Associazione presidi Antonello Giannelli: "Un'arma importante in attesa che la campagna vaccinale raggiunga il suo obiettivo"
Dal buio alla luce in poche ore: il mondo della scuola, in un giorno, ha visto raddoppiare le speranze di una riapertura non effimera. Prima sono arrivate le parole del premier Mario Draghi in Senato, due giorni fa, sulla pianificazione della ripartenza. A partire dalla scuola: “Cominceremo a riaprire, se la situazione epidemiologica lo permette”, ha detto Draghi, parlando intanto del ritorno in classe per le primarie e per la scuola d’infanzia “anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni”.
Poi si è spalancata la strada della sicurezza a lungo termine, con possibilità di togliere dall’incertezza insegnanti e studenti, adottando il sistema di test a cui si è già pensato in Francia e in Austria e, a partire dal 7 aprile, nella Provincia autonoma di Bolzano: dal confronto Cts-governo, infatti, è emersa l’idea, sostenuta dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dal consulente del ministro Agostino Miozzo, in precedenza coordinatore del Cts, di sottoporre tutti gli alunni a tampone rapido il primo giorno di scuola e poi una volta a settimana. In caso di positività, la classe sarà sottoposta a tampone molecolare. Non solo, si sta studiando anche il ricorso a test rapidi con campione salivare, anche se la validazione degli stessi è ancora in corso presso l’Iss. E mentre la campagna vaccinale riparte (il personale scolastico vaccinato, a oggi, conta circa 850mila persone), il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli saluta con favore la prospettiva del testing di massa nelle scuole, “un’arma importante in attesa che la campagna di vaccinazione raggiunga il suo obiettivo. Non sono ancora chiare le dinamiche operative, ma non dovranno essere le singole scuole a organizzare questa attività”. Si pensa infatti all’Esercito e alla Protezione Civile. E se, per Giannelli, “la chiave di volta”, lo ribadisce, “è la campagna vaccinale”, la speranza è che, anche in autunno, “ci si trovi in una situazione molto diversa da quella dello scorso anno”.
Come priorità a lungo termine, invece, dice Giannelli, “bisognerà procedere a una ricognizione scientifica riguardo alle carenze formative venute a determinarsi in questa situazione, anche se alcune esistevano prima del Covid. E cercare il modo per recuperare nel corso del prossimo anno scolastico. Sono poi venuti al pettine vari nodi, per esempio l’edilizia scolastica. Dobbiamo andare verso standard europei”. Arriveranno anche i fondi dalla Ue, e la lista delle doléances è lunga: “L’altra priorità è la digitalizzazione”, dice Giannelli, “anche perché questa può essere l’occasione per integrare la didattica frontale con altre forme di insegnamento che permettano una maggiore partecipazione per lo studente”.
generazione ansiosa