Il Consiglio di Stato interviene sulla Dad
Respinta l'istanza cautelare presentata dal governo contro la decisione del Tar del Lazio
Le scuole che riaprono fino alla prima media in zona rossa, e la dad che non scompare per gli altri studenti. Tema cruciale e politico, su cui si è arrivati più volte in tribunale. E’ giusto in questo caso avvalersi dello strumento giudiziario? Intanto oggi il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare presentata dal governo, contro la decisione del Tar del Lazio, che aveva accolto “ai soli fini del riesame” da parte del governo le istanze di un gruppo di genitori. “Il governo rivaluti e motivi, sulla base dei dati scientifici, il meccanismo automatico di sospensione della didattica in presenza” nelle regioni in zona rossa, dice il Consiglio di Stato.
Il giudice prende atto che “con il decreto legge in corso di pubblicazione, sembrerebbe che la materia sia stata affrontata, e in parte disciplinata”. Precisa che “l’obbligo di riesame non significa, né così potrebbe essere, sostituzione del giudice alle scelte di governo nel periodo di pandemia”. Tuttavia il giudice, si legge, deve “assicurare che dette scelte siano adottate in modo trasparente e in coerenza con le risultanze dei dati scientifici”, “motivando con argomenti non contraddittori l’impatto della eventuale riapertura della istruzione in presenza sulla ulteriore diffusione del contagio”.