La scuola al bivio
La scuola in bilico. Draghi la vuole aperta, i presidi chiedono chiarezza sui protocolli
Antonello Giannelli, presidente dell'Anp: "Non tutte le aule possono accogliere il cento per cento degli studenti rispettando il metro di distanza"
Il nodo dei trasporti, il rapporto con le Regioni, le prove sui test in vista del prossimo anno
“Io voglio che ci siano riaperture in sicurezza, a cominciare dalle scuole, anche per i ragazzi più grandi, per dargli un mese intero di attività scolastica e per chiudere insieme l’anno”. Lo aveva detto Mario Draghi un paio di settimane fa, e lo ha ribadito il 16 aprile: tutti gli alunni torneranno in presenza dal 26, nelle zone gialle e arancioni. Il “rischio ragionato” sulle riaperture di cui parla il premier è messo alla prova, dunque, proprio a partire dalla scuola, il luogo dove sarà speso il “tesoretto” in termini di calo dei contagi che il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto di voler usare per il ritorno in classe. E a chi ha espresso dubbi, Draghi ha ricordato lo stanziamento di 390 milioni sui trasporti pubblici locali, ferma restando la necessità preventiva di accordarsi con le Regioni.
Un mese per fare una sorta di prova generale, vista anche la campagna vaccinale in corso, in vista di un autunno che si vorrebbe non destinato a un eventuale nuovo ricorso alla Dad. Come evitare di ritrovarsi nello scenario del settembre 2020? E’ il problema sullo sfondo, ma la preoccupazione è già presente. I dirigenti scolastici e i sindacati, infatti, sono perplessi di fronte a quella percentuale per la presenza: cento per cento. Troppo, dicono, per poter garantire il rispetto dei protocolli sulla sicurezza. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli registra “il dato positivo di novità rispetto a tre mesi fa, e cioè l’elevata percentuale di insegnanti che ha ricevuto una dose di vaccino, a ridosso del 75 per cento”, ma si sofferma anche sullo “stop alla vaccinazione per la categoria: ferma restando la necessità di vaccinare i più fragili, penso che il completamento della campagna di vaccinazione del personale della scuola sia di fondamentale importanza se si vuole tornare in presenza al cento per cento. Ne va della tutela della salute collettiva”.
Poi, dice Giannelli, “bisogna soffermarsi sulla differenza tra applicazione delle regole nelle scuole – e abbiamo già visto che nelle aule vengono applicate, sia per quanto riguarda il distanziamento sia per quanto riguarda l’igiene, e l’applicazione delle regole fuori dalle scuole. Lo dico chiaramente: la situazione nei trasporti non è cambiata dall’autunno, è stata soltanto ridotta la capienza sui mezzi. Quanto al controllo, siamo sicuri che su autobus e metropolitane si sia riusciti finora a garantire il rispetto dell’obbligo di indossare la mascherina?”.
Terzo nodo, per i presidi, dice Giannelli, “è la capienza delle aule: in molte scuole superiori le aule sono quelle che sono. Non si può, in molti casi, rispettare il distanziamento di un metro se tutti gli studenti sono in aula. Se il governo decide di mandare tutti in aula allora dovrebbe permettere alle scuole di ridurre la distanza, e dare, diciamo, la possibilità di riaprire per come possono. Se al contrario il metro di distanza è la priorità da rispettare, allora va detto che non tutte le scuole possono accogliere il cento per cento degli studenti. Chiediamo solo chiarezza e una presa di responsabilità”.
Intanto, sempre sul campo di prova della scuola, si cercano soluzioni-ponte ad altri livelli, in attesa che gli effetti della vaccinazione, del clima più mite e degli eventuali provvedimenti sui trasporti rendano la riapertura una conquista definitiva. In Alto Adige è stato avviato un progetto-pilota di autotest (ci sono però ancora genitori scettici), e al ministero della Salute si sta valutando il ricorso al test salivare per monitorare e prevenire il contagio, ma ancora non ci sono certezze in merito — e sono le Regioni ad avere competenza. E proprio dalle Regioni leghiste è arrivata la richiesta di un incontro con il governo (previsto per oggi): Luca Zaia e Massimiliano Fedriga chiedono che “si risolva il problema del trasporto pubblico locale, visto il ritorno in aula al 100 per 100”. Intanto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha ribadito “la volontà di tutti in Parlamento di riaprire. La scuola sia il luogo dove il paese ritrova la sua unità”.
generazione ansiosa