editoriali
Scuola, meglio Cottarelli che la sinistra
Per il futuro è necessario pensare anche alla demografia, e alla qualità
Intercettato in un tweet, e quindi col beneficio della sintesi, Carlo Cottarelli – che tra le altre attività dirige l’Osservatorio sui conti pubblici presso l’Università Cattolica, dunque una struttura indipendente – ha abbozzato un paio di ragionamenti provocatori sui temi della scuola italiana: “Per il calo demografico a settembre gli studenti saranno 100 mila in meno. Lo ripeto: non abbiamo bisogno di più insegnanti. Non abbiamo classi pollaio, a parte eccezioni. Ci servono insegnanti più pagati, più formati, più motivati, meno precari e scuole meglio attrezzate”. Non c’è bisogno di specificare che è stato accolto da un fuoco di sbarramento di critiche, a volte offensive. Tralasciando i commenti destituiti di ogni intelligenza (tipo gli insulti ai “prof che fanno tre mesi di ferie”), è notevole che la maggior parte delle critiche, alcune ovviamente non banali, vengano da persone di sinistra.
Due aspetti centrali: le “classi pollaio”, che secondo molti sarebbero a migliaia e ovunque; e il fatto che un reclutamento massiccio di insegnanti sia necessario. In realtà le “classi pollaio” sono una pigrizia giornalistica, non un’emergenza nazionale identica in ogni regione come negli anni del Boom. Servono interventi mirati, magari pensati con la logica della reversibilità: perché la progressiva diminuzione della popolazione di cui parla Cottarelli è già una realtà anche alle superiori. Tra l’altro: per le superiori esiste piuttosto un affollamento per certi tipi di istruzione, e un progressivo abbandono di altri, forse c’è da riflettere sul perché.
Quanto al personale, che ci sia una questione di qualità e utilizzo è noto. Ma la scelta della sinistra, che purtroppo sembra avallata anche dal ministro Bianchi, punta su un reclutamento massivo e non qualitativo, stressando in molti casi a una emergenza immaginaria. Vi sono molte scuole con insegnanti “a disposizione”, spesso utilizzati per progetti speciali per i quali non hanno preparazione. Infornare alla cieca precari che fra pochi anni non avranno più cattedre è un errore da cui la sinistra non riesce a emendarsi.