Il puzzle della scuola. Ci scrive Giovannini
“Ridurremo i rischi anche con il mobility manager, ma la situazione sarà complessa”, dice il ministro delle Infrastrutture
Al direttore - In vista della ripresa delle attività dopo la pausa estiva lo Stato, insieme alle Regioni, Province e Comuni, dai quali dipende l’organizzazione e la gestione del trasporto pubblico locale (Tpl), sta lavorando da alcuni mesi per ridurre al minimo i rischi di rivivere i problemi sperimentati nel 2020. Peraltro, anche per rispondere ad alcuni rilievi mossi ieri dal Foglio, i primi risultati di questo lavoro collettivo si sono già visti nella fase di riapertura degli ultimi mesi, in concomitanza con la progressione della massiccia campagna vaccinale anti Covid-19. Per le riaperture di giugno, ad esempio, sono stati potenziati i servizi di trasporto pubblico extraurbano, aumentati i treni regionali e realizzati hub per effettuare tamponi rapidi gratuiti nelle stazioni ferroviarie.
La collaborazione con le Regioni e gli enti locali è non solo doverosa, ma anche coerente con l’assetto istituzionale vigente che vede le Regioni competenti in materia di trasporto pubblico locale. Per questo, dall’avvio del Governo Draghi il dialogo è continuo anche per individuare ciò che lo Stato può fare per sostenere e agevolare il funzionamento del sistema dei trasporti locali. In particolare, lo Stato ha messo a disposizione degli enti locali ingenti risorse per potenziare il Tpl: al 30 giugno, 200 milioni sono stati erogati alle Regioni per i servizi aggiuntivi e 168 milioni a titolo di anticipazione. In parallelo da mesi sono attivi, a livello territoriale, i tavoli prefettizi, ai quali partecipano sindaci, provveditori, rappresentanti dei gestori dei servizi per il trasporto e degli istituti scolastici per analizzare le diverse problematiche e organizzare i servizi di mobilità e la regolamentazione degli orari in funzione delle esigenze delle scuole, delle imprese e delle istituzioni. I tavoli sono monitorati dal centro, il che consente ai diversi ministeri impegnati su questo tema (affari regionali, salute, interno, istruzione, infrastrutture e mobilità sostenibili) di mettere in campo le azioni più adeguate di loro competenza.
Ovviamente, siamo perfettamente consci del fatto che la sfida di settembre non dipenderà solo dall’organizzazione delle scuole, ma anche dal rientro di persone che lavorano nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni precedentemente impegnate nello smart working. Ed è per questo che abbiamo introdotto e incentivato, con uno stanziamento di 50 milioni, la figura del mobility manager nelle imprese e nelle istituzioni pubbliche con 100 (e non più 300) addetti e più, oltre che nelle scuole, come già previsto dalla legge vigente. Questo vuol dire che dovranno redigere piani per gli spostamenti dei dipendenti, del personale scolastico e degli studenti, prevedendo orari e mobilità alternative in modo da alleggerire la pressione sulla viabilità e sul trasporto pubblico. Ma soprattutto che i mobility manager dei comuni avranno molti più soggetti con cui interagire per programmare il funzionamento della città.
Nel frattempo, abbiamo posto al Comitato Tecnico Scientifico (CTS) una serie di quesiti proprio in funzione della programmazione dei prossimi mesi, sia sul piano tecnico che su quello organizzativo, sapendo che le problematiche legate ai diversi mezzi di trasporto e alla diversa durata del loro utilizzo sono molto variegate. Tra qualche giorno il CTS fornirà le risposte che condivideremo con le Regioni, le Province e i Comuni per valutare i prossimi passi. Infine, proprio in vista della fase di settembre, abbiamo chiesto all’Istat di condurre una rilevazione orientata ai cittadini su come la crisi pandemica ha cambiato e cambierà le abitudini di spostamento della popolazione in termini di propensione all’uso dei mezzi propri, del trasporto pubblico e dei mezzi alternativi.
Il Ministero che ho il compito di guidare, quindi, non sta certamente con le mani in mano, semplicemente evita di fare annunci. Ovviamente, la situazione è, e sarà, complessa perché diversi sono gli scenari che possono presentarsi. Ma quello che è certo è l’impegno, e non da oggi, del Governo, nel rispetto delle funzioni delle istituzioni responsabili dei diversi tasselli di questo puzzle.
Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili