L'intervista
"Solo i vaccini obbligatori possono salvare l'anno scolastico". Parla il capo dei presidi
"Il momento della persuasione è passato, ora è necessario trovare una forma di obbligo anche per il personale della scuola", dice Antonello Giannelli
“Lo abbiamo detto più volte, il momento della persuasione è passato, ora è necessario trovare una forma di obbligo anche per il personale della scuola perché il tempo stringe e il prossimo anno scolastico è alle porte”. Il capo dei presidi, Antonello Giannelli, non ha dubbi su quale sia il modo migliore per prepararsi all'autunno, quando arriverà il momento di tornare in classe: introdurre l'obbligo vaccinale per il personale scolastico e gli studenti non è un tabù, anzi è lo strumento migliore per archiviare la stagione dell'emergenza e tornare a vivere la scuola normalmente. Senza un'immunità solida e diffusa il rischio è quello di dover fare di nuovo affidamento sugli orari scaglionati e le fragilità del sistema dei trasporti, ma in questo modo la continuità in presenza dell'anno scolastico potrebbe non essere garantita. “Il rapporto tra vaccinazione e rientro duraturo a scuola in presenza è stretto”, continua il presidente dell'Associazione nazionale presidi: “Solo con una vaccinazione di massa si potrà pensare di tornare a scuola e abbandonare la didattica a distanza. Dobbiamo ricordare che una persona che non è vaccinata può diffondere il virus: non è tanto questione di tutela personale ma è una tutela di salute collettiva”.
Il punto, a scuola come altrove, è proprio questo: convincere i più scettici per mettere in sicurezza tutti. La via prioritaria resta quella di sensibilizzare chi non si è ancora vaccinato, come ha ribadito oggi anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. D'altra parte, come sottolinea Giannelli, sui dati dei docenti non vaccinati c'è più di un dubbio e prima di sollevare l'allarme sarebbe bene essere certi dei numeri. “Credo ci sia una sovrastima delle persone ancora da vaccinare più che una particolare ritrosia tra il personale scolastico. La cifra che sta girando, attorno alle 200mila unità, penso sia troppo alta e che risenta del fatto che ad un certo momento la corsia preferenziale per il personale scolastico sia stata interrotta”. Il ragionamento, spiega il preside, è che molti insegnanti potrebbero aver fatto il vaccino dopo la prima fase della campagna, quella in cui era stata assegnata priorità alla scuola. In questo caso non sarebbero stati registrati come docenti, ma sarebbero invece immunizzati. “Sono numeri che dovrebbero essere verificati prima di esprimere giudizi”.
Una decisione andrà comunque presa senza troppi indugi. Per essere pronti a settembre, considerando i tempi che intercorrono tra la prima e la seconda dose (almeno 28 giorni) e i rallentamenti inevitabili legati alle vacanze, bisognerebbe avviare le vaccinazioni al più tardi entro l'inizio di agosto. Ma le posizioni all'interno della maggioranza restano ancora distanti. “Parlare di obbligo per studenti di 13 o 14 anni o per gli insegnanti non fa parte del mio modo di pensare un paese libero”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. Il momento di confronto – supportato dalle indicazioni della cabina di regia – potrebbe esserci già domani, quando, dopo la riunione dei tecnici, si terrà il Consiglio dei ministri. Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha infatti detto che il tema sarebbe stato portato in settimana in Cdm, perché la decisione sull'obbligo dev'essere presa "in forma colleggiale". Per tornare in classe, "il Cts ci ha detto che bisogna utilizzare tutte le misure di sicurezza possibile”, ha spiegato Bianchi: “Per il resto è il governo che si riunirà in forma collegiale per tutte le altre decisioni".
generazione ansiosa