L'intervista
Fenomenologia del prof. no vax: malmostoso, scontento, piagnone. Parla Lodoli
"Chi non si vaccina si iscrive al partito di chi non vuole riportare i ragazzi a scuola"
Non sono tutti, ma perché rimangono ancora 200 mila professori che non si vaccinano? "Sono i professori recalcitranti, obbligarli non serve. Sarebbe peggio. Sono una zona di permanente malumore. Meglio convincerli con Kant". Parla lo scrittore-professore Marco Lodoli
Prof. ma tu cosa ne pensi dei tuoi colleghi che non si vaccinano? “In pratica mi state interrogando. Non mettetemi in imbarazzo”. E perché dovremmo? Abbiamo pensato a te perché fai (anche) lo scrittore. Non sei tu Marco Lodoli, l’autore de Il Preside e de Il Rosso e il Blu (Einaudi) l’insegnante che racconta la scuola fuori dalla scuola? “E però, per i miei studenti sono solo il prof. Lodoli”.
Adesso dove insegni? “A Roma, a Torre Maura. Istituto Pertini-Falcone”. Classe o classi? “Terza, quarta e quinta”. Vaccinato? “Ho fatto due dosi di Astrazeneca. Mi promuovete?”. Insomma, non appartieni alla categoria dei docenti che non si vaccinano e che dicono magari “meglio avanti”. Sono circa duecentomila. Si discute se obbligarli e si propone addirittura una legge. Non sarebbe il caso di rimandarli con debito? Professori con le orecchie d’asino? “Nella mia scuola ci siamo vaccinati. Ma li ho conosciuti pure io questi prof. recalcitranti”. Li costringiamo a prenotarsi? “Non funzionerebbe perché non farebbe altro che esacerbare una categoria. Credetemi. Andarli a cercare casa per casa è già una piccola sconfitta. Su una cosa sono però d’accordo. Hanno una grande responsabilità. I ragazzi saremo noi professori a riportarli in classe. Saremo noi professori, i vaccinati. Chi non si vaccina si iscrive al partito di chi non vuole riportare i ragazzi a scuola”.
Sottopagati. E’ vero. Ed è vergognoso. Ma lo sa che voi insegnanti siete a volte una categoria un po’ così? “Eh lo so. Ma non siamo tutti così. Ho visto colleghi dallo zelo ammirevole. Per alcuni è una missione e non è una frase fatta”. Ce lo descrive il professore “io non mi vaccino”? “E’ il professore costituzionalmente scontento”. Somigliano ai magistrati, quelli che di fronte a qualsiasi riforma dicono “non va bene”. Sono loro il grande movimento di massa? I “malmostosi italiani”? “Nella scuola c’è una sacca di vittimisti, sempre contro. Esiste una zona come quelle colorate dalla pandemia. La zona dei professori “no vaccino” non è altro che la zona del permanente malumore. Ma rimane una piccola zona, una minoranza. E’ quella che è sempre pronta alla sommessa protesta. E se invece provassimo a farci piacere quello che c’è?”. Ti piaceva la scuola in dad? “Non era il meglio che ci fosse ma è servita a mantenere un’idea di comunità. Io stesso ogni mattina andavo a scuola. Prendevo la mia Vespa e facevo lezione dalla mia aula anche se vuota”. A cosa serviva? “A ricordare che ero ancora un professore”. Ricordi i professori che si inventavano stratagemmi per evitare che i ragazzi copiassero? “Non ero uno di quelli. Mi chiedo cosa sarebbe stato di noi, alunni e docenti, se non ci fosse stata la dad, se fossimo rimasti tutti chiusi in casa con il morbo che infuriava”.
Infuria la polemica sui risultati dei test Invalsi? Si usa il termine “disastro” e i primi a lamentarsene sono i professori. Mai contenti! Come si fa? “Nessuno racconta che questi ragazzi hanno vissuto un’esperienza esistenziale notevole. In ogni famiglia c’è stato un lutto vicino. Sono stati assediati dal senso della fine. Lo ha misurato l’Invalsi?”. Lo consigliamo un bel libro per le vacanze, un libro pro vaccino, per docenti scontenti? “Ce l’ho. E’ Jacob von Gunten di Robert Walser”. La lezione? “E’ la storia di un istituto dove si impara a obbedire. Non è l’obbedienza cieca e spicciola. E’ il servire a qualcosa. E’ un invito a mettere da parte il malumore a pensare alla vita in maniera più alta, universale. E’ un’obbedienza che dovrebbe spingere a vaccinarci. Il vaccino dovrebbe diventare come l’imperativo di Kant”. Cambiamo dunque la frase così? “Il cielo stellato sopra di me e il vaccino dentro di me”? “Non è male”.
generazione ansiosa