diario di un prof
Il Nobel Parisi online nelle scuole: elogio della semplicità in un mondo complicato
Le parole del fisico agli studenti delle scuole italiane sono esattamente quello di cui abbiamo bisogno quando si parla di sostenibilità
Grandi o piccole verità a volte ci raggiungono all’improvviso, sono come dei regali che forse non ci siamo nemmeno meritati, come lampi che illuminano la notte per un attimo: bisogna solo stare attenti, guardarle, ascoltarle. Ricordo una sera in un bar, alla fine di una giornata faticosa in cui tutto mi era sembrato pesante, incomprensibile, ostile. Al bancone c’era un signore che scambiava due parole con il barista, non so neanche di cosa parlassero, so solo che a un certo punto quel signore sconosciuto, che dopo un attimo è uscito per sempre dal bar e dalla mia vita, ha detto: “E’ vero, il mondo è sempre più complicato, ma io sono sempre più semplice”.
Questa frase mi si è stampata nella mente con la forza e la chiarezza di una sentenza definitiva, come l’ultima frase di un lungo e articolato corso di filosofia al quale non ho mai partecipato. Il mondo è sempre più complicato, ma io sono sempre più semplice. Quanta bellezza in questa frase, quanta umiltà, quanta dolcezza. E ho ripensato a queste parole pochi giorni fa, ascoltando la breve conferenza che il nostro premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, ha tenuto online per tutte le scuole italiane. Ha subito spiegato ai ragazzi che la scienza è per sua natura imprecisa, va per tentativi, avanza per fallimenti e nuove speranze, alla ricerca costante di una verità che non si coglie mai con esattezza assoluta. “E’ come cercare di misurare un grande salone con il metro di un sarto, il risultato è sempre approssimativo, centimetro più, centimetro meno…”.
Il tema era quello della sostenibilità ambientale, dei rischi che l’umanità corre, della minaccia sempre più evidente di una catastrofe irreversibile. La temperatura sale di continuo, i ghiacciai si sciolgono, i mari si sollevano, bisogna prendere in fretta delle decisioni importanti, salvifiche. Giorgio Parisi spiegava tutto semplicemente, senza la boria e la superbia che dimostrano certi intellettuali, che sembra sempre vogliano dimostrare quanto loro sono colti, intelligenti, migliori della folla di cretini che li sta ascoltando. E Parisi, con prudenza, con il suo metro da sarto invisibile tra le mani, ha detto a tutti gli studenti e i professori italiani che in quel momento lo stavano ascoltando una verità semplice e scomoda: il paradigma economico e anche culturale che stiamo seguendo è incompatibile con la salute del pianeta.
E’ così, c’è poco da fare. Viviamo in una schizofrenia che porterà solo alla rovina. Da un lato ci preoccupiamo della crescita del CO2, della deforestazione selvaggia, della desertificazione progressiva, del riscaldamento dei mari e dell’aria, dei terrificanti mutamenti ambientali, ma dall’altra parte continuiamo a spingere sui consumi indiscriminati, acceleriamo i desideri, vogliamo tutto, il necessario ma anche il superfluo, anzi la nostra società industriale potenzia in ogni modo la bramosia dell’inutile, perché è sulla crescita dei consumi che si fonda l’economia. E Parisi, con il suo semplice maglioncino, con le sue parole comprensibili a tutti, spiegava che questo è impossibile. Non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena, un mondo sano e pulito e un consumismo selvaggio. Bisogna inevitabilmente cambiare stile di vita. In fondo, pensavo, lo spiegavano già i filosofi stoici, Seneca e Marco Aurelio, e poi il buddismo, e Leopardi, e Schopenhauer: subire i desideri, assecondarli in ogni modo, non ci rende più felici, anzi, devasta la nostra esistenza.
Parisi, intelligenza superiore, non invitava a vivere come monaci, a scansare ogni desiderio e mangiare solo pane e cicoria: nessun fanatismo, nessun proclama alla Savonarola, solo il consiglio di seguire un “consumo consapevole”. E i ragazzi lo ascoltavano con la massima attenzione, capivano perfettamente quello che il nostro grande fisico proponeva. “Non serve tenere le case a una temperatura sempre elevata, a volte basta mettersi un maglione in più”, suggeriva Parisi. Parole chiare e profonde, in un tempo che esalta le star in Lamborghini, il doppio Rolex al polso, la riccanza ostentata, l’ignoranza avida e ingorda. E’ stata una lezione meravigliosa, di quelle che cambiano la vita. Basta poco per essere felici e proteggere il nostro pianeta. Basta tenere a bada i desideri fasulli, volere meno, cercare ciò che conta sul serio: in fondo basta amare veramente la vita, senza schiacciarla sotto la frana mortale di tante cose inutili.
generazione ansiosa