il pressing dei governatori su draghi
Ecco le proposte delle regioni sulla scuola. D'Amato: "Serve una vaccinazione di massa"
Oggi il tavolo dei governatori, che propongono di differenziare le misure in base all'età degli studenti. "Il governo ha tutti gli strumenti per prendere una decisione saggia", dice l'assessore alla Salute del Lazio
Come tornare in classe? Il tema da giorni divide partiti e governatori, e oggi il premier Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza e il commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo per decidere in quale direzione muoversi rispetto ai contagi nelle scuole. Intanto si sono riunite anche le regioni, pur nella diversità di vedute. E sempre oggi le stesse hanno siglato un documento in cui si propone la sospensione del progetto di sorveglianza delle scuole Sentinella e la revisione della gestione dei contatti scolastici, “considerato l’avanzamento della campagna vaccinale e l’evoluzione della diffusione della nuova variante Omicron, nonché le capacità di gestione dei sistemi sanitari regionali”.
Si differenziano dunque le misure “in base al livello di scuola/età e al numero di casi identificati nella classe/gruppo/sezione” (quarantena e dad di dieci giorni con un positivo per le scuole d’infanzia, con due fino ai dodici anni, con tre o quattro oltre i dodici, senza il tampone del primo giorno ma con tampone al quinto o al settimo giorno per rientrare - questa la proposta). Chiedono anche, le regioni, che il Cts si pronunci: “Le regioni ritengono che l’attuale andamento epidemico necessiti di una profonda rivalutazione complessiva di tutti gli aspetti di gestione della pandemia, rivalutazione che deve partire da un preciso punto della situazione, anche in termini di proiezioni e simulazioni degli scenari di breve, medio e lungo termine, a partire da uno specifico lavoro in sede di Cts, anche in collaborazione con la Commissione Salute”.
L’assessore alla Salute della regione Lazio Alessio D’Amato, “da persona che si trova tutti i giorni sul campo”, consiglia “un’analisi approfondita del quadro epidemiologico prima di prendere qualsiasi decisione in vista della ripresa scolastica, fermo restando che la strada maestra è la vaccinazione. Se ne esce soltanto puntando sulla vaccinazione di massa della popolazione studentesca, sperando anche in un’intensificazione dell’immunizzazione presso la fascia 5/11 anni, visto che i contagi crescono soprattutto dove la copertura vaccinale è più bassa”. Nelle decisioni da prendere dovrebbero prevalere, dice D’Amato, “le considerazioni su numeri e quadro pandemico sullo scontro ideologico. Siamo tutti favorevoli a mantenere la didattica in presenza, ma la valutazione deve essere attenta, e il governo ha tutti gli strumenti per decidere come procedere nelle prossime settimane”.
Se la strada maestra è la vaccinazione anche dei più piccoli, come potenziare la campagna? “Nel Lazio”, dice D’Amato, “stiamo utilizzando la rete dei pediatri, proprio per favorire una campagna più personalizzata per le famiglie dei più piccoli, oltre al Bambin Gesù e agli hub. Certo, fossimo partiti un mese e mezzo fa, ora saremmo in un’altra situazione, ma abbiamo, come si sa, una serie di passaggi obbligati, con approvazione da parte di Ema e Aifa. Ora negli Stati Uniti la Fda ha autorizzato la dose booster per la fascia 16-17 anni, speriamo arrivi presto l’autorizzazione anche da noi per i ragazzi”. In ogni caso, dice D’Amato a proposito delle polemiche sulla riapertura della scuola, “quello che mi sento di dire è: si adotti ora una procedura chiara. Si riapre in un trend di crescita di incidenza che potrebbe portare a un picco nelle risposte, tornando a scuola in un momento di crescita della pandemia. Ma ripeto: il governo ha tutti gli strumenti per prendere una decisione saggia e noi ci atterremo a quello che verrà deciso. Siamo sempre stati molto pragmatici e continuiamo ad esserlo”.