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editoriali

Nella scuola italiana c'è precario e precario

redazione

E’ stato varato il concorso “straordinario bis” che assegnerà 14 mila posti. Ma discrimina i docenti delle paritarie. Tutto giusto?

Mancano come sempre docenti nella scuola, in compenso è pieno di precari. Per fare coincidere domanda e offerta ci sono i concorsi a cattedra “straordinari”. Ma le regole per ottenere il posto sono uguali per tutti? No: c’è precario e precario. E’ stato varato il concorso “straordinario bis” che assegnerà 14 mila posti, e come quello indetto lo scorso anno è riservato ai precari: ma solo a quelli statali. Tra i requisiti c’è infatti avere almeno 36 mesi di servizio nelle scuole statali. I docenti che hanno invece maturato l’anzianità nelle paritarie – a tutti gli effetti in Italia equiparate alle statali, compresa la necessaria abilitazione – sono esclusi.

 

C’è chi ha denunciato la strana discriminazione, perché di questo si tratta. Nessuna risposta ufficiale. Eppure, siamo di fronte al caso di uno stato che non permette l’accesso a concorsi di docenti abilitati e che insegnano in scuole che lo stesso stato riconosce pari alle proprie. Del resto, il concorso bis replica situazioni già viste, tutto parte dal decreto “salva precari” e dalla legge 159 del 2019 sulle “misure  di straordinaria necessità e urgenza in materia  di  reclutamento  del personale scolastico”. In cui si stabiliva, senza altre spiegazioni – ma il sottinteso è che si dovevano sistemare i precari statali – che i docenti delle paritarie erano esclusi. Ci sono stati ovviamente ricorsi da parte degli esclusi. Ma c’è, a fare testo, un parere del Consiglio di stato del 2020 che boccia come “irricevibile” un ricorso che denunciava la discriminazione.

 

In sintesi, il Consiglio di stato spiega che il concorso va bene perché rispetta la legge da cui discende, che esclude i docenti delle paritarie. Tautologico. E se fosse proprio la legge a essere sbagliata? Quando lo scorso anno fu approvato il concorso straordinario, la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, pur soddisfatta, notò però: “Purtroppo non hanno accolto la nostra proposta di inserire anche gli insegnanti della paritaria per motivi di copertura di bilancio”. Ma l’assurda motivazione economica passò in cavalleria. Caro ministro Bianchi, è davvero tutto a posto?

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