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Su Israele la Crui evita la conta. E licenzia un documento pacifista

Luca Roberto

La Conferenza dei rettori approva le "buone pratiche" per la gestione delle università. Ma il voto solo in giunta innesca malumori. Il caso dello svolgimento degli eventi "online" in caso di contestazioni. Il 24 aprile comitato per l'ordine e la sicurezza con i ministri Bernini e Piantedosi

“E’ un documento generico, di buon senso, non cogente. Ma nel mio caso io cercherò in ogni modo di far tenere gli eventi in presenza, non online”. Il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi sintetizza così il mood generale dei rettori. Che ieri, all’interno della Crui riunitasi a Roma, hanno licenziato un documento di “buone prassi, principi e proposte per affrontare nelle università italiane le tematiche delle crisi internazionali e umanitarie”. Cosa dice il documento? Il primo suggerimento che salta all’occhio è che “in caso di interruzioni o fenomeni di intolleranza, si decida di svolgere eventi in altra modalità, per esempio online, ma si eviti di cancellarli”. Una fattispecie molto poco pratica, visto che spesso, come nei casi delle contestazioni ai giornalisti David Parenzo e Maurizio Molinari, il divieto di parola è arrivato alla compresenza dei soggetti contestati.

 

E’ uno dei punti più ambigui del documento, tanto che alcuni tra i rettori, soprattutto quelli che con più decisione si erano schierati contro le violenze vissute negli atenei, avrebbero voluto astenersi. “Ma non c’è stato alcun voto”, racconta ancora Zucchi. Ragion per cui tra alcuni dei Magnifici, che ci hanno visto un tentativo di evitare una conta, si sono sprigionati un po’ di malumori. In effetti il documento, stilato da un gruppo di lavoro composto dal rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, Francesco Bonini della Lumsa, Tiziana Lippiello della Ca’ Foscari di Venezia e Roberto Tottoli dell’Orientale di Napoli, è stato approvato solo dalla giunta della Crui. E poi semplicemente comunicato all’assemblea degli 85 rettori, senza un vero dibattito.

 

Nel testo si cita per ben nove volte il termine pace. Mentre ci si tiene alla larga da esprimersi nel concreto sul boicottaggio ai danni di Israele. Si dice però che gli atenei sono “promotori di cultura, che affermano il diritto e dovere di organizzare al proprio interno momenti di riflessione e studio, nella logica del confronto, anche aspro, ma sempre rispettoso e volto a politiche di pace”. Oltre che “sedi naturali del confronto e del pensiero critico che, pertanto, non accettano l’uso della violenza in ogni sua forma”. Sul no al boicottaggio, però, è stata più esplicita la presidente della Crui Giovanna Iannantuoni, al termine dell’incontro. Altro tema emerso è stata la gestione dell’ordine pubblico. Con Iannantuoni che ha scongiurato l’intervento preventivo delle forze dell’ordine, perché “siamo in grado di gestire quanto avviene nei nostri atenei e campus”. Più o meno contemporaneamente arrivavano le parole del ministro dell’Università Annamaria Bernini, che intervenendo al Senato spiegava: “I disordini della Sapienza sono violenze fisiche e verbali, non espressione di libero dissenso. Quando si sfondano vetrate non è libera manifestazione di un pensiero critico, quelli sono reati”, ha aggiunto, ricordando pure che il ricorso alle forze dell’ordine “lo decide il rettore”. La linea del ministero, quindi, è quella dell’autonomia. Che però deve essere accompagnata alla responsabilità. Per questo il prossimo 24 aprile si terrà un comitato per l’ordine e la sicurezza che Bernini ha chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi. A cui parteciperà anche la presidente Iannauntuoni.

Al di là di queste “buone pratiche” che insistono molto sul concetto di pace, e che alcuni rettori continuano a considerare “deboli”, forse sarà quello il vero appuntamento da cui uscire con decisioni più puntuali riguardo alla gestione dell’ordine pubblico nelle università. La stessa Iannantuoni continua a sostenere che “ognuno degli 85 atenei è autonomo”. Sarà per questo che, forse, era utopia aspettarsi una presa di posizione più forte di queste “pratiche, principi e proposte” senza nessuna vera garanzia contro occupazioni e manifestanti violenti.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.