Il caso
La presidente della Crui diserta l'incontro con Bernini e Piantedosi sul caos negli atenei
Lunedì il vertice per adottare soluzioni nelle università, investite dalle proteste dei collettivi pro Palestina. Ma la rettrice Iannantuoni non ci sarà: manderà un delegato
Si sarebbe dovuto tenere lo scorso 24 aprile, ma per motivi di agenda l’incontro tra il ministro dell’Università Anna Maria Bernini e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, organizzato per parlare della situazione negli atenei, investiti sempre più dalle proteste dei collettivi pro Palestina, è stato riprogrammato per lunedì 13 maggio. I due ministri ci vedranno, pronti a scambiarsi informazioni utili per affrontare le settimane a venire, che si preannunciano calde sul fronte delle rimostranze, soprattutto dopo “l’Intifada delle università” lanciata dalla rete degli studenti palestinesi in Italia. Ma la notizia è che la presidente della Conferenza dei rettori italiani (Crui), Giovanna Iannatuoni, che era stata invitata all’appuntamento dalla stessa Bernini, non ci sarà. Ha preferito delegare Francesco Bonini, rettore della Lumsa. Segno, forse, che vista la delicatezza delle questioni da affrontare e le soluzioni da portare al tavolo preferisce non esporsi.
E pensare che l’interlocuzione tra il governo e le istituzioni accademiche è considerata particolarmente importante e strategica in questa fase, in cui si discute di quali possano essere le modalità perché non ci siano più casi di violenza o di censura, com’è accaduto al direttore di Repubblica Maurizio Molinari o al giornalista David Parenzo, a cui è stato impedito di prendere parte ad alcuni eventi alla Orientale di Napoli e alla Sapienza di Roma. La Crui lo scorso mese ha licenziato una lista di “buone pratiche” per evitare il ripetersi di episodi del genere. Ma tra le soluzioni adottate c’è l’invito, rivolto ai diversi rettori degli atenei, a tenere eventi “non in presenza” laddove ci sia il rischio di contestazioni. Un documento su cui alla fine si evitò pure di andare alla conta, perché non tutti i rettori erano favorevoli. L’incontro di lunedì dovrebbe cercare di capire come si possono contemperare la libera manifestazione del pensiero nelle università con la sicurezza degli studenti, specialmente quelli di religione ebraica, vittime di atti di odio e intimidazione sin dal 7 ottobre scorso, anche in Italia. Ma la rettrice Iannantuoni, a cui va dato almeno il merito di essersi schierata contro il boicottaggio di Israele a partire dall’ateneo di cui è rettrice, la Bicocca di Milano, alla fine ha preferito non partecipare.