le voci
“Noi studenti della Statale di Milano diciamo: basta occupazioni”
Parlano gli studenti che hanno scritto l'appello per chiedere al rettore di dire no al boicottaggio. E far finire l'occupazione: "La situazione è sempre peggio. Io zittito solo per aver espresso la mia opinione", dice uno di loro
"Ho scritto questo manifesto perché sono convinto che questo clima di tensione e a volte violenze non sia ciò che noi studenti meritiamo né tantomeno vogliamo”. A parlare è Pietro Balzano, studente dell’Università degli Studi di Milano che ha ideato il manifesto con cui alcune sigle studentesche hanno chiesto al rettore e al Senato accademico di dire stop alle continue occupazioni dell’ateneo. E di bocciare in maniera definitiva le richieste di boicottaggio di Israele. Ieri hanno ottenuto dei risultati concreti, con il Senato accademico che ha ribadito il no alle richieste dei collettivi pro Palestina a proposito delle collaborazioni scientifiche con Tel Aviv. E ha invitato gli occupanti a porre fine alla mobilitazione, che è poi terminata in serata. “Insieme con le associazioni che lo hanno firmato abbiamo fatto sentire la nostra voce per dimostrare che in Statale c’è di più che una minoranza rumorosa”, continua Balzano. Il quale ha sperimentato in prima persona cosa voglia dire sottostare ai soprusi, ai ricatti e alle minacce dei manifestanti e occupanti all’interno dell’università. “Ho capito per la prima volta quanto la situazione stesse peggiorando al dibattito del 24 aprile sull’annullamento degli accordi con le università israeliane dove sono stato contestato e zittito solo per aver espresso il mio pensiero”, racconta al Foglio Balzano. “Da li in avanti la situazione è solo peggiorata: dalle minacce ai relatori di un evento pro-Israele poi cancellato, fino all’occupazione della Statale”, aggiunge. La sua voce è particolarmente importante perché espressa al di fuori delle collocazioni della politica studentesca. Chi invece nel Senato accademico c’era è Elia Montani, coordinatore della lista Obiettivo studenti: “Il manifesto, essendo in Senato, noi non l’abbiamo sottoscritto. Ma è chiaro che l’abbiamo condiviso e ci riteniamo soddisfatti di quanto è stato deciso”, racconta al Foglio. “L’occupazione stava diventando invivibile. Alcuni studenti ebrei ci hanno raccontato di insulti, minacce, oltre che delle scritte comparse nei muri e sui bagni. Non va fatta di tutta l’erba un fascio ma è chiaro che sembrano essere episodi di antisemitismo più che di antisionismo”.
L’agitazione e l’apprensione per le sorti degli studenti ebrei è ben riassunta nelle parole di Luca Spizzichino, presidente dell’Unione dei giovani ebrei d’Italia (Ugei) che ha sottoscritto il manifesto rivolto ai vertici dell’università. “Non possiamo permettere che gli atenei cadano ostaggio di una minoranza violenta e ostile agli studenti israeliani ed ebrei. Le università devono tornare ad essere un luogo sicuro per tutti”, dice Spizzichino al Foglio. Un’altra formazione studentesca che ha firmato l’appello è “Siamo Futuro Milano”. “Attraverso queste parole vogliamo ricordare le garanzie costituzionali a chi dovrebbe farle rispettare” ha detto il suo referente Filippo Leon al Foglio. Le altre due sigle erano “Studenti per le libertà” e “Università liberali”. Nel documento si fa esplicito riferimento e si invita alla creazione di uno “spazio condiviso per un vero dibattito aperto sui grandi temi di attualità, dove tutti gli studenti possano esprimersi liberamente ed alla pari, con moderazione ed imparzialità come si addice ad ogni dibattito democratico”. Cosa che, evidentemente, finora è completamente mancata.
Questo sul fronte studenti. Ma anche sul versante docenti qualcosa si sta muovendo. Una quarantina di professori universitari sempre più insofferenti verso le proteste di queste settimane ha scritto una lettera alla ministra Anna Maria Bernini e alla presidente della Conferenza dei rettori Giovanna Iannantuoni per esprimere “vicinanza agli studenti ebrei e non, che da mesi vivono una situazione di profonda angoscia, aggravata dal dilagante antisemitismo nella società e nelle aule universitarie”. Ebbene, fonti del ministero hanno fatto sapere al Foglio che i documenti sono stati letti e che contengono posizioni più che legittime. Per questo dal ministero sosterranno tutte le azioni assunte dai rettori (ma anche del Viminale) per “liberare gli spazi e restituirli agli studenti”.