Maledetta prima ora. Parla Filippo Caccamo, da prof. a giullare
Ex docente di Lettere e comico su Instagram e in teatro. Così rilegge le dinamiche nel mondo della scuola. E con il "Diario di un supplente esaurito" prova a raccontarle con leggerezza, "perché se ne conoscono solo le pesantezze"
Filippo Caccamo ama definirsi “un giullare” capace di far ridere riproponendo i tic, i luoghi comuni le dinamiche di alcune categorie di lavoratori, soprattutto dei professori. Una professione che conosce bene perché la sua carriera inizia proprio tra i banchi di scuola. Una strada segnata: la laurea triennale in Beni culturali, la specialistica in Storia e Critica dell’Arte, un papà Dirigente scolastico, spalancano la strada ad alcuni anni come docente di Lettere. Il tempo necessario per accorgersi che tutto quello che accade in aula, in sala professori o nei corridoi può essere raccontato e risultare esilarante. Chi lo segue su Instagram e negli spettacoli teatrali conosce la sua innata capacità di leggere e rileggere le dinamiche presenti nel mondo scuola. Un acuto osservatore della realtà che approfondisce con le armi di un humor mai volgare e scontato. Sono proprio loro, i prof. che gli ha donato notorietà e la possibilità di popolare le pagine social, i teatri e anche le librerie.
Da poche settimane è in libreria Maledetta prima ora. Diario di un supplente esaurito (Mondadori) testo – di cui Caccamo ha fatto anche una canzone - che ripercorre il primo anno di Marco, insegnante precario chiamato a lasciare famiglia e fidanzata per accettare una cattedra a trecento chilometri di distanza da casa. Il volume narra i nove mesi di scuola del nuovo prof., un anno fatto di errori, incontri imprevisti, rimproveri e tante scoperte. Quella più importante è il legame che si crea con gli studenti, giovani “rapiti” dai cellulari, un po’ sboccati e ignoranti che entrano nel cuore del protagonista. C’è la simpatia con la tutor, il difficile rapporto con la bidella, la preside burocrate. “È un libro che vuole parlare di scuola in maniera leggera – dice l’autore – perché spesso della scuola si conoscono solo le pesantezze”.
Tutti parlano di scuola, tutti credono di avere la ricetta giusta (sbagliando) e spesso la voce dei veri protagonisti passa in secondo piano. “C’è bisogno di ascoltare la voce di chi la scuola la fa", continua. "Persone che assistono ai miei spettacoli offrendomi tantissimi spunti che poi riporto sul palco”.
Tra le pagine del libro si leggono (a volte in maniera un po’ retorica) situazioni che ogni docente ha vissuto almeno una volta: il bidello che vuole comandare, le ricreazioni infernali, i collegi sino a tarda ora, i genitori interessati solo alla promozione e le lamentele, quelle che accompagnano anche Marco in questa nuova esperienza. “Tra insegnanti ci si lamenta troppo, è vero! – sostiene Caccamo – spesso lo si fa, anche in altri contesti, per scaricare le proprie responsabilità”.
Non poteva mancare Gianmaria, il personaggio che Caccamo ha creato per raccontare l’alunno pluri-ripetente e un po’ coatto; quello che rende impossibili le lezioni e che tutti non vedono l’ora di togliersi dai piedi. “È l’alunno per eccellenza – dice il comico - quello che potrebbe fare e non fa che potrebbe dire e non dice. Ci sono tanti tipi di Gianmaria, alunni che hanno una storia singolare per i quali non esiste una 'ricetta'; ragazzi singolari i cui percorsi sono misteriosi ma al quale ogni docente dedica tutte le sue energie”.