Il report
Non male l'Italia matematica, ma il gender gap è ancora un problema
Secondo l’indagine Timss 2023, che coinvolge ogni quattro anni più di 60 nazioni in tutto il mondo, l’Italia si conferma a un buon livello di conoscenze matematiche, ma la media dei ragazzi è di 23 punti più alta rispetto a quella delle ragazze in quarta elementare e di 17 punti in terza media
L’anno volge al termine, lo si capisce non tanto dal tempo atmosferico quanto da alcuni segnali chiari: l’arrivo di Spotify Wrapped, la comparsa di “All I Want For Christmas Is You” nelle radio e l’uscita delle classifiche di fine anno. Le città più vivibili, le parole dell’anno, il grado di conoscenza matematica. Quest’ultimo sembrerà secondario ai più ma non a chi, come il sottoscritto, la matematica l’ha sofferta da alunno e da adulto, come molte altre persone. Secondo l’indagine Timss 2023, che coinvolge ogni quattro anni più di 60 nazioni in tutto il mondo, l’Italia si conferma a un buon livello di conoscenze matematiche. La classifica, stilata dalla International Association for the Evaluation of Educational Achievement (Iea), vede in cima alla classifica i soliti noti: Singapore, Taiwan, Giappone e Corea del Sud. La prima nazione europea a comparire è l’Inghilterra, l’Italia arriva poco sotto gli Stati Uniti e sopra Francia e Norvegia.
Partiamo dalle buone notizie, quindi: il punteggio degli studenti italiani (503 punti) è superiore alla media internazionale e di poco inferiore alla media europea per la quarta elementare (è invece in linea con la media europea per la terza media). Anche da questo peculiare punto di osservazione, però, l’impressione è di avere a che fare con un paese diviso: tra nord e sud, innanzitutto, ma anche tra maschi e femmine. Il divario tra regioni si riscontra sia in matematica che nelle scienze ma è in realtà riflesso di un problema che riguarda la scuola in generale, segnalato da tempo dai dati Invalsi. Secondo l’indagine Timss, già in quarta elementare il divario tra il punteggio raggiunto dalle regioni del nord-ovest (530) e sud e isole (480) sale a 50 punti. E non fa che aumentare a mano a mano che prosegue il percorso scolastico: in terza media sono 61 i punti che separano il nord-est (521 punti) e sud e isole (460 punti). Rispetto al report precedente, relativo al 2019, il divario sembra inoltre in fase di allargamento: le macroregioni settentrionali hanno guadagnato qualche punto mentre il Meridione è scivolato da 469 a 460.
A stupire sono però i risultati relativi al genere: per quanto riguarda la matematica, la media degli studenti di sesso maschile è di 23 punti più alta rispetto a quella delle femmine in quarta elementare e di 17 punti in terza media. Nelle scienze, invece, la differenza è di 9 punti. Anche in questo caso, il trend viene confermato dal report relativo al 2019, dal quale l’Italia usciva come uno dei paesi in cui il vantaggio maschile era più alto (12 punti). I maschi superano le donne in 40 paesi sui 60 analizzati ma non mancano le eccezioni: in Sudafrica, ad esempio, sono le femmine ad avere punteggi migliori, con ben 29 punti di distacco sui compagni. In generale, però, secondo i dati Timms, la situazione sudafricana è molto peggiore di quella italiana, quindi non può essere considerata un modello per un futuro migliore.
Se il divario regionale è noto da tempo, anche grazie ai risultati delle prove Invalsi, il gender gap matematico-scientifico è un problema meno discusso. I dati sulle scuole italiane riflettono quelli, più ampi, sul rapporto tra la popolazione femminile e le materie scientifiche riassunte nell’acronimo Stem (science, technology, engineering, mathematics). In Italia la situazione è particolarmente grave, con solo il 16,5 per cento delle giovani che si laurea in facoltà scientifiche (contro il 37 per cento dei maschi).