Meno caserme, più birra. Così l’America s’attrezza per vendere Venditori di terra, di mare e dell’aria. Per una volta in accordo con il Congresso, il presidente americano, Barack Obama, sta meditando di vendere pezzi del patrimonio pubblico per alleggerire le spese e fare cassa in una sola mossa. Strade, municipi, caserme, stazioni, spiagge e appezzamenti abbandonati potrebbero presto finire sul mercato nel tentativo di dare un contributo a quei 1.500 miliardi di dollari che la supercommissione bipartisan istituita dopo la via crucis politica sul tetto del debito pubblico è incaricata di tagliare entro il 2 dicembre. Altrimenti scatterà il progetto lacrime e sangue dei tagli lineari. Leggi Un Tesoro di dismissioni - Leggi Vendere vendere vendere 03 OTT 2011
Droni dappertutto Obama colpisce in Yemen l’aspirante erede di Bin Laden Martedì è arrivato l’ultimo numero in formato pdf della rivista in lingua inglese Inspire, edita su Internet dal gruppo terrorista al Qaida nella penisola arabica. Copertina dorata con foto della stazione centrale di New York e fascia che annuncia un editoriale dello sceicco Anwar al Awlaki sulla necessità “di colpire le popolazioni dei paesi che sono in guerra con l’islam”. Ieri la parte più importante della redazione di Inspire, Awlaki stesso e il suo caporedattore Samir Khan, è stata incenerita da un missile mentre era in macchina vicino ad al Jawf, nello Yemen. 03 OTT 2011
Caro Della Valle, il nostro non è affatto un paese distrutto Caro Della Valle, non mi scandalizza che lei compri delle pagine di giornale per censurare il ceto politico. È uno sport nazionale. Direi che è un’abitudine un po' abusata e una punta viziosa. La politica è messa all’angolo in vari modi, e in parte se lo merita perché non trova il modo di reagire come si deve. Molti cercano di liberarsi della loro appartenenza castale facendo roventi polemiche contro la casta. Approfittano della situazione, come si dice. Succede a giornalisti, magistrati, banchieri, diplomatici, alti funzionari, qualche prete di quelli mondani e solidali, e naturalmente tocca anche agli imprenditori. 03 OTT 2011
Money League / 30 Così Napoli e Manchester City sono riuscite a ritornare grandi "Voglio fare qui quello che Maradona ha fatto al Napoli", ha detto Sergio Aguero in vista della sfida tra Manchester City e i partenopei. Gli inglesi tornano in Champions dopo 43 anni, gli azzurri dopo 21. Simili i colori, le bacheche e anche l’astinenza dai grandi palcoscenici internazionali, ma il City non ha mai avuto un Maradona e il Napoli un maledetto United che ti sbatte in faccia un trofeo dietro l’altro. Francesco Caremani 14 SET 2011
Il Cavaliere e lo scorpione Così diversi, così lontani, eppure mai così vicini. “Anche loro sono dei vecchi arnesi della politica. Stanno là dentro da più di trent’anni”. Per la prima volta, la settimana scorsa, mentre parlava alla festa di Atreju, Silvio Berlusconi, per un attimo, prima di ritrovare lo slancio giovanilistico che gli è più consueto, è finito con l’accostare la propria immagine a quella dei vecchi professionisti della politica, che ovviamente, per lui, stanno soprattutto a sinistra. 13 SET 2011
Giochi tempestosi Nelle stanze di palazzo Mezzanotte dove si celebrano i riti esangui del capitalismo italiano, va per la maggiore un nuovo gioco: lo chiamano Oracolo, dal nomignolo con il quale è conosciuto Warren Buffett. Al tavolo della Borsa di Milano provata dalla tempesta d’agosto, sono seduti in molti, perché nonostante le grida accorate sulla nuova apocalisse (ormai una al mese in finanza, senza contare quel che riesce a escogitare la natura matrigna) la ricchezza non si è magicamente dissolta. Stefano Cingolani 04 SET 2011
Anche i ricchi piangono Si lamenta Lloyd C. Blankfein, il big boss di Goldman Sachs, un po’ piovra un po’ vampiro, come ha scritto la rivista Rolling Stone, per la capacità di stendere ovunque i tentacoli e succhiare quattrini dalle povere vittime. In una settimana ha visto uscire dal suo portafoglio personale 52 milioni di dollari. Certo, gliene restano ancora 232 milioni e 200 mila, ma anche lui, che aveva anticipato (e manipolato, secondo le accuse della magistratura newyorchese) la crisi dei subprime, questa volta è caduto in trappola. Stefano Cingolani 15 AGO 2011
Quale allegria? A volere disegnare la cupa estate di un’epoca in una sola smorfia – giusto al fin della licenza – non è che una scucchia trista, delusa e mogia a far da maschera. Ed è la faccia di un anonimo peone della maggioranza di governo. Questo signor Veneranda lo scorgiamo a Montecitorio nel pomeriggio del discorso di Silvio Berlusconi fatto “a Borse chiuse”. Sta per dare la mano al premier, pronto a carpirgli un sorriso o almeno un raggio di quel sole che da sempre Silvio Berlusconi ha fatto vanto di tenere in tasca ma il peone gira i tacchi e se ne va. 07 AGO 2011
Nuovi Messi e vecchi bidoni Web, giornali e fenomeni da baraccone. Segui Piero Vietti su Twitter 03 AGO 2011