Viviamo nella società nerd di massa
Spopola Lucca Comics, It sbanca al botteghino, tutti si dicono kinghiani e festeggiano Halloween. Ma sarà vera nerditudine?
Dopo il crollo del muro di Berlino sembravano diventati tutti liberali, dal 25 aprile del 1945 erano tutti antifascisti, dopo l’editto di Milano di Costantino il numero di cristiani era sensibilmente incrementato. E adesso, anche se la data vera e propria non c’è, sembrano diventati tutti nerd. Viviamo nella società nerd di massa. “It”, il film di Andy Muschietti che adatta (trasportandola dagli anni Cinquanta agli Ottanta) la parte in flashback del romanzo del 1986 di Stephen King, è campione di incassi insieme a “Thor: Ragnarok”, il sesto film di supereroi dell’anno, dal 1 al 5 novembre Lucca Comics arriva alla sua 51esima edizione, fra fumetti, attori di serie tv, vero paradiso dei nerd. Halloween non è più, almeno in Italia, una passione carbonara di fan dell’horror, quando “The Great Pumpkin” atteso da Linus dei Peanuts la notte di Halloween, veniva tradotto come Il Grande Cocomero e non La Grande Zucca.
Ma, come nel 1989 i convertiti al liberalismo suscitavano qualche dubbio, i nerd d’antan manifestano un certo scetticismo. “Sinceramente mi sembra ora più una moda giovanile, come ce ne sono state tante in passato. Prima della moda nerd, ad esempio, c'era quella emo, ora estinta” dice al Foglio lo sceneggiatore di fumetti Giancarlo Marzano, che è in edicola con una storia di Dylan Dog, “L’uomo e la bestia”. “Sicuramente oggi è più facile dichiararsi nerd, rispetto a un tempo, anche se ciò ha giovato più al cinema e alle serie tv che ai fumetti stessi che li hanno ispirati. In ogni caso, lo sdoganamento della cultura pop è una cosa positiva, anche se il prezzo da pagare è una targettizzazione del nerd modaiolo come categoria di consumatore tipo”.
Un tempo, certo, sarebbe stato inconcepibile avere il cast di “Star Trek: Discovery”, fra gli eventi speciali di questa Lucca: essere trekkies era considerato il massimo della nerditudine e molti appassionati di fumetti “d’autore” come Corto Maltese di Hugo Pratt trovavano pacchiano quelli che indossano le uniformi della Flotta Stellare di Kirk e Picard. Molti fan della Sergio Bonelli editore, che per anni hanno chiesto gadget dei loro personaggi rimangono perplessi dalla smania che ha preso la casa editrice dopo la morte (nel 2011) dell’editore: dopo album di figurine di Tex e Zagor, t-shirt, tazze, a Lucca debutterà anche il Monopoly di Tex. Stai attento a cosa desideri, potresti ottenerlo, dice una vecchia massima. I vecchi nerd hanno avuto il loro paradiso, ma rimpiangono il passato.
“Mi dà un po’ fastidio che It vada così di moda” dice al Foglio la scrittrice Cristiana Astori, autrice della serie di gialli con protagonista la cinefila Susanna Marino, e Fedele lettrice (così King chiama i suoi fan). Da adolescente era stata fotografata su Panorama, con la maglietta del re dell'horror in un servizio sui ragazzi fan dell’orrore. E da kinghiana doc non ha amato il film di Muschietti. “Nel film manca lo sguardo con cui i ragazzini protagonisti osservano la vita, e combattono i mostri interiori, ed è lo sguardo con cui le pagine di It descrivono il mondo: se tra quelle immagini non lo avvertiamo vuol dire che stiamo assistendo a un dignitoso prodotto di intrattenimento, ma che la Storia, quella vera, non ci è mai stata raccontata”.
I nerd stavano meglio quando stavano peggio? In quel 1989 nel quale è ambientato il nuovo “It” usciva il primo “Batman” di Tim Burton, che mostrava una versione del personaggio più “gotica” e “seria” di quella della demenziale serie tv degli anni Sessanta e c’era un adattamento kinghiano “Pet Sematary” diretto da Mary Lambert, salvato dalla canzone dei Ramones nella colonna sonora. King vendeva forse più di adesso, ma era detestato dalla critica. Era a bello, nei tempi in teoria anti nerd, a scuola fare l’analisi dei libri di King (o di Isaac Asimov, o di Clive Barker), invece di quelli di Calvino o Sciascia come tutti gli altri: si prendeva comunque nove, ma ci si sentiva anticonformisti, un po’ come le band che fingono di opporsi al sistema.
“Thor: Ragnarok”, così colorato e demenziale è detestato da molti fan, anche se i fumetti di supereroi Marvel hanno sempre avuto, accanto a quello drammatico, anche un registro ironico. Forse, come nella Massoneria, sarebbe bene che ci fossero diversi gradi di nerditudine: nei livelli inferiori ci sono coloro i quali a Lucca Comics fanno i cosplayer (si vestono cioè come i personaggi di serie tv, film, cartoni animati), guardano i film di supereroi o “It”. In quelli superiori ci sono coloro i quali vedono le serie tv ignorate dalla massa, leggono davvero “It” (che è lungo oltre mille pagine), i fumetti del guru Alan Moore, e, in generale, quelli più di nicchia (a Lucca debutta, fra l’altro “A casa prima del buio”, di Francesco Moriconi ed Emiliano Albano, primo mockumentary a fumetti, su un nazista mai esistito). Negli anni Novanta si è scoperto quali fossero i veri liberali e quali lo facessero per convenienza, il tempo distinguerà fra veri nerd e poser.