Collezione raffigurante alcuni dei greci conservata al British Museum. Foto di Paul Hudson via Flickr

Così la società occidentale ha perso la sua fede

Giulio Meotti

Neil MacGregor, ex direttore del British Museum, lancia il suo j’accuse: “Siamo i primi della storia senza religione”

Roma. Sabato, sul Financial Times, Janan Ganesh, nel presentare la mostra al British Museum “Living with gods”, ha parlato dell’“ultimo tentativo di mostrare a una società secolarizzata la profondità e la ricchezza di tutto quello di cui si sta sbarazzando”. La mostra racconta 40 mila anni di storia dell’umanità attraverso gli oggetti religiosi. Neil MacGregor, l’ex direttore del British Museum dal 2002 al 2015 e prima della National Gallery, una delle massime personalità culturali europee, l’autore per Adelphi della Storia del mondo in cento oggetti, ha scelto l’inaugurazione di “Living with gods” per lanciare il suo j’accuse: “L’Inghilterra sta cercando di diventare la prima società a funzionare senza religione”, ha detto MacGregor, che sulla Bbc sta curando una serie che porta lo stesso titolo della mostra del British Museum.

  

La religione, dice MacGregor, garantisce a una società una “narrativa” di cui sta facendo a meno non soltanto l’Inghilterra: “E’ un fenomeno impressionante in tutta l’Europa occidentale. Siamo una società molto atipica. Stiamo cercando di fare qualcosa che nessuno ha mai tentato prima. Vivere senza narrativa comune”. Un cambiamento “iniziato negli anni Sessanta”. “Nel 1953 nessuno polemizzò che il capo dello stato si sarebbe recato nell’Abbazia di Westminster. Era un grande rito pubblico, religioso. Ciò che colpisce della nostra società ora è il fatto che il nostro capo di stato è stato investito del suo potere da Dio, direttamente, in un rituale pubblico e che questo è qualcosa che la maggior parte dei cittadini ignora. Quell’idea si è dissolta con incredibile velocità in questo paese”. Poi MacGregor ha concluso: “L’idea di separare religione e politica è impossibile. Entrambi parlano di come ci si relaziona con il mondo intorno. E’ un’idea europea del XVIII secolo quella di separare i due”. Dove va la religione, va la società. “Poiché la religione è al centro di come le persone fanno funzionare la comunità, la perdita della religione è diventata la perdita di comunità e la frammentazione della società è la conseguenza”.

  

Ganesh sul Financial Times indica infine un paradosso: “E’ la stranezza della globalizzazione. I suoi hub, come Londra, sono atei, quasi di carattere nichilista, ma aspirano a ospitare un mondo esterno principalmente religioso. A volte il paradosso funziona: Londra è diventata un centro per la finanza islamica, mettendo il suo spirito commerciale al servizio degli investitori religiosi”. Alla mostra del British Museum, si inizia con l’uomo-leone di Hohlenstein, trenta centimetri di avorio di mammut che risale a 40 mila anni fa. Il poster di Vladimir Menshikov “Non c’è alcun Dio” del 1975 è l’unico oggetto in mostra che invita una società a eliminare la religione. Ma il regime che produsse quel poster non è finito benissimo. L’Unione sovietica.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.