Galanterie francesi
In Francia ci sarà un prima e un dopo Weinstein. Com’è cambiata la seduzione parigina
Nell’ultimo numero del 2017 la rivista francese L’Obs ha dedicato un lungo articolo al cambiamento delle relazioni uomo donna causato dall’affaire Weinstein e dalla campagna #MeToo. L’autrice, Marie Vaton, ha intervistato e incontrato alcune persone alle prese con “la drague”, il rimorchio, e cercato di capire come hanno affrontato la questione. “Jérémy Doucet ha ventisette anni, lavora per Twitter e dispensa gratuitamente i suoi consigli per rimorchiare. Con il suo pseudonimo, Steeve Bourdieu, rende un servizio pubblico ricordando qualche sottile astuzia: sì a rimorchiare discretamente alla festa della propria azienda, no all’assalto diretto à la ‘Poetic Lover’; sì al messaggio privato elegante a una sconosciuta su Facebook, no alla domanda di amicizia ‘troppo intrusiva’ che ‘aumenta fortemente la probabilità di essere scambiato per un molestatore pedofilo’”.
Ex studente di Hec, una delle migliori università di economia del paese, Jérémy ha creato una scala per identificare i diversi comportamenti, si va da 1 (galanteria) a 10 (aggressione sessuale. Nel mezzo, ovviamente, le sfumature: “Chi è un ‘buon’ seduttore? In che momento ci accorgiamo di essere troppo pesanti? Quando bisogna smetterla? Nella Francia post Weinstein, ancora confusa dall’ampiezza del fenomeno fino a oggi tabù delle aggressioni sessuali, queste questioni non sono più banali. ‘In realtà ognuno di noi se le pone’ , ammette Jérémy. Per alcune femministe, la figura del ‘libertino’, del ‘french lover’ o del ‘macho manzo’ evocano la famosa ‘seduzione alla francese’, argomento culturale spesso brandito per scusare comportamenti fuori luogo”.
I comportamenti non sono ancora cambiati, nota la giornalista francese, è troppo presto e lo scandalo non ha avuto tempo di sedimentare, “ma la presa di coscienza è reale. Per Ruth, trentadue anni, receptionist: ‘Ci sarà un prima e un dopo. Se non altro perché adesso, quando un dirigente mi gira intorno un po’ troppo, aggiunge inevitabilmente che non è un molestatore’”. Per Jean Patrick invece, barista di giorno e umorista di notte nei locali del centro parigino “La sola cosa che differenzia un seduttore mondano da un molestatore di strada è che ‘il primo possiede dei codici che il secondo ignora’. La seduzione è un linguaggio”. Nella sua ricerca la giornalista dell’Obs incontra ragazzi contenti del fatto che la parola si sia liberata, ma consapevoli delle conseguenze non sempre positive di un atteggiamento troppo sulla difensiva. “Emilie si dice un po’ inquieta per gli uomini, che non bisognerebbe ‘stigmatizzare tutti’. Alla ragazza piace piacere, apprezza il ‘gioco della seduzione’ questo simpatico scambio nel quale non si dice nulla, ma dove tutto il desiderio represso risorge intorno a uno sguardo, a uno scherzo, a un complimento. Emilie teme un mondo asettico, dove ‘il minimo gesto sarebbe mal interpretato, come negli Stati Uniti, dove gli uomini con responsabilità ormai lasciano la porta aperta quando ricevono una collaboratrice’”.
La volontà di essere femministe e mostrarsi autonome di alcune ragazze si scontra, spesso, con alcuni stereotipi a loro modo sani: “A causa di alcune molestie ricevute Eugénie oggi risponde ‘come un camionista’ a chi le manca di rispetto, e rifiuta di recitare il ruolo di ragazza ‘dolce e sottomessa’ nei confronti dei ragazzi da cui è attratta. Ciononostante ci sono, concede, delle costruzioni culturali che non riesce a respingere davvero: ‘Se un ragazzo non offre al primo appuntamento rischio di innervosirmi’”. In fondo è tutta una questione di ruoli, ammettono alcune persone intervistate, il maschio ha l’iniziativa, la donna attende passiva. Forse è il caso di liberarsi di questo cliché, concludono: “Sarah ha quarant’anni, divorziata da poco. Da quando è single ha cambiato radicalmente approccio alla seduzione. E ha accettato l’idea che una donna può anche essere rifiutata se fa delle avances, dopotutto fa parte del gioco: ‘affinché si arrivi a una decostruzione dei ruoli bisogna che le donne osino fare il primo passo e apprendere a gestire le piccole ferite all’ego quando non funziona’. Recentemente, durante viaggio di lavoro a Singapore è capitata su un sito di escort-boys di lusso, e ha avuto voglia di provare ‘un po’ per il divertimento e la trasgressione, un po’ per curiosità. Ho pagato un uomo per una notte, esattamente come fa il mio capo ogni volta che va in missione all’estero’. Il giorno dopo, Sarah dice di essersi sentita ‘libera’ e ‘potente’.
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio