L'inchiesta del Ft che imbarazza la finanza londinese
Il #MeToo contagia anche il Financial Times, che rivela cosa succede all'esclusivo Presidents club
Una cena di beneficenza indetta, come avviene da 33 anni, per raccogliere fondi per buone cause. All’asta ci sono incontri con i leader britannici: un pranzo con il ministro degli Esteri Boris Johnson al ristorante spagnolo “Cambio de Turcio”, un tè con il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney. I soldi raccolti servono ad aiutare istituzioni come il Great Ormond Street Hospital. Tecnicamente il regno del politically-correct, un modo per i ricchi esponenti della Londra-bene di mostrarsi solidali e caritatevoli. Questo è - apparentemente - il galà del Presidents club, che si tiene nel salone del Dorchester Hotel, quartiere di Mayfair.
Suona strano, quindi, che il mattatore e presentatore tv, Jonny Gould, per inaugurare l’edizione 2018 della serata abbia pronunciato la frase: “Welcome to the must un-Pc event of the year”. Benvenuti all’evento meno politically correct dell’anno. In 33 anni di storia, nessuno era mai riuscito a divulgare ciò che si svolge al suo interno, finché giovedì scorso il Financial Times ha deciso di inviare due giornaliste sotto copertura, che si sono unite al gruppo di 130 hostess reclutate per l’occasione, la maggior parte studentesse attirate dalle 150 sterline di compenso. A tutte loro era stato chiesto esplicitamente di vestirsi con abiti neri e possibilmente succinti.
Alla cena erano invitati “soli uomini”, 360 persone appartenenti al Regno Unito che conta. E se il pasto è stato consumato in maniera formale e senza problemi, la serata è continuata per circa sei ore con “proposte indecenti e molestie”, che le hostess erano state invitate a non divulgare con un accordo di segretezza firmato in precedenza. Una delle giornaliste del team, Madison Marriage, dopo il reportage, ha parlato anche con la Bbc dell'esperienza.
Palpeggiamenti, spogliarelli, gare di virilità. Il tutto nel gotha della finanza britannica. La serata è sponsorizzata esternamente da alcuni colossi dell’economia del Regno. Wpp, Cmc, ma non solo: ci sono imprenditori, sottosegretari, finanzieri di grido. L’edizione di quest’anno ha permesso di raccogliere 2 milioni di sterline, che sommati alle precedenti fanno 20 milioni di fondi devoluti in beneficenza. Soldi raccolti con le aste ufficiali ma anche con lotti particolari, “un-PC”, per usare le parole di Gould, come l’accesso a uno strip club o una seduta di chirurgia plastica per la moglie. Il fatto che a pubblicare l’inchiesta sia stato il Financial Times rende tutto ancora più eclatante. Il Presidents club ora si trova a dover gestire l’imbarazzo per le rivelazioni del quotidiano britannico. Che intanto ha rinunciato al suo rigorosissimo paywall per far circolare l’inchiesta, che fa chiacchierare tutta Londra - per una volta non si parla soltanto male di Theresa May.