Mai con Saturno contro
Una volta l’oroscopo era una cosa da casalinghe, zotici e tv private. Ma da un po’ di tempo a questa parte vive una nuova popolarità grazie a millennial e internet. Il mercato si adegua
La superluna è passata ormai, così come l’anno di Saturno contro. Ma non tutto è perduto. Nell’èra della rivoluzione tecnologica, infilare in una conversazione la domanda “e tu di che segno sei?” è considerato da zotici. Un riempitivo, la base di una conversazione per chi non ha sufficienti capacità dialettiche, nemmeno per attaccare bottone con una ragazza. Allora si risponde con un sopracciglio alzato, proprio come si farebbe se la domanda in questione fosse “e tu sei vaccinato?”, “credi davvero che l’uomo abbia camminato sulla luna?”, “hai mai visto una sirena?”. Eppure l’oroscopo non è più argomento da zotici. Non solo, almeno. A quanto pare l’astrologia sta vivendo una nuova rinnovata popolarità, perfino in occidente: non è la ragione scientifica a essere messa in discussione, né il libero arbitrio, piuttosto una generica accettazione del fatto che la posizione dei pianeti influenzi in qualche modo gli avvenimenti umani.
“Nei decenni compresi tra il boom della New Age e oggi, l’astrologia di certo non se n’è mai andata”, scriveva qualche giorno fa sull’Atlantic Julie Beck, “potevi trovare gli oroscopi quasi sempre nell’ultima pagina delle riviste […].
“Astrologia e tarocchi sono antidoti alla vita digitale che conduciamo” spiega Michele Knight, astrologa e sensitiva
Molte delle persone con cui ho parlato per questo articolo hanno detto di avere la sensazione che lo stigma legato all’astrologia, pur esistendo ancora, sia diminuito, mentre la pratica si è ben posizionata nella cultura online, specialmente tra i giovani”. Insomma, i millennial sono quanto mai attivi nel mondo dell’astrologia. Così Callie Beusman, senior editor di Broadly, femminile online del gruppo Vice, dice all’Atlantic che il traffico sulla pagina dell’oroscopo del sito è “cresciuto esponenzialmente”, mentre Stella Bugbee, direttrice dello stilosissimo blog del NYMag, The Cut, dice che i post sull’oroscopo nel 2017 hanno fatto il 150 per cento degli accessi in più rispetto all’anno precedente. Scrive la Beck: “Forse i Millennials si sentono più a loro agio in questa zona di confine tra lo scetticismo e le convinzioni perché hanno passato tanto della loro vita online – cioè in uno spazio che è reale e irreale allo stesso tempo. Il fatto che così tante persone trovino significativa l’astrologia ci ricorda che qualcosa non deve essere per forza reale per avvertirla come vera. Del resto, non troviamo la verità anche nella finzione?”.
“La popolarità dell’astrologia e dei tarocchi è un antidoto alla vita digitale che conduciamo, e che ci ha allontanati dai nostri istinti e dalle nostre intuizioni”, dice al Foglio Michele Knight, una delle più famose astrologhe e sensitive d’Inghilterra, che aveva una italianissima madre sensitiva. “E’ un modo per riconnetterci ed evolverci, e per avere esperienze che non sono solo online”. “Mia madre era di un piccolo villaggio vicino a Udine”, spiega la Knight. “Trascorrevo le estati a Grado mentre i miei genitori gestivano un hotel, negli anni Sessanta. Mio padre è morto quando avevo cinque anni. Ho un legame amoroso e spirituale con Venezia, che è il mio posto preferito sulla terra”. E’ stata l’italiana madre di Michele che leggeva i tarocchi e aveva un “difficile rapporto” col suo essere sensitiva: “Ho avuto un’infanzia di abusi, e la mia ricerca nei misteri della vita è stata utile per me, e sto dando indietro ciò che ho ricevuto”. Sì ma che differenza c’è tra un sensitivo e un astrologo? “Tutti usiamo strumenti diversi per connetterci con la nostra saggezza più profonda e con la saggezza del cosmo. L’astrologia è diversa perché è una guida che serve a interpretare le energie che sono in circolo. In quanto astrologa del Ventunesimo secolo, penso che l’astrologia sia un buon metodo per sfruttare l’energia che ci circonda. Poi uno può essere un lettore di tarocchi e non un sensitivo. Io sono anche sensitiva, e quindi posso entrare in dettagli che altrimenti non potrei conoscere, fornire particolari sul passato e sul presente. Credo il nostro futuro sia costruito da noi, con i nostri pensieri e nostri comportamenti”.
Il 31 gennaio scorso nei cieli è avvenuto un fenomeno al quale, secondo gli astrologi, avremmo dovuto assistere con molto più interesse, per via delle conseguenze che potrebbe portare alla vita sulla terra. Insomma, non bastavano le foto del cielo su Instagram. La superluna era contemporaneamente anche luna blu e luna rossa, “una combinazione di eventi che non si verificava da oltre 150 anni”: in particolare il fenomeno della luna rossa avviene in caso di eclissi totale di luna, vale a dire il perfetto allineamento di terra, luna e sole. Ed è soprattutto agli allineamenti planetari che, sin dall’antichità, si danno molteplici significati: sarebbero in grado di influenzare in qualche modo la vita terrestre.
L’uomo che ha inventato il termine “superluna” si chiama Richard Nolle, ed è, non a caso, un astrologo. Di Tempe, per la precisione, in Arizona. Lo ha fatto nel 1979 su Dell Horoscope, uno dei magazine dedicati all’astrologia più famosi del mondo – tanto per capirci, oggi ogni edizione mensile del giornale vende più di ventiduemila copie, che non sono poche.
In Giappone e Corea più che di zodiaco si parla di gruppi sanguigni. La serie tv coreana “Il mio fidanzato è del gruppo B”
Ma torniamo alla superluna. Quell’anno Nolle trova una definizione per il fenomeno che la comunità scientifica conosce come perigeo lunare, cioè il momento di massimo avvicinamento della terra alla luna e che offre un effetto ottico tale da far sembrare il nostro satellite fino al 30 per cento più grande. Fenomeno che avviene insieme con la sigizia, cioè l’allineamento di almeno tre corpi celesti. Però Nolle decide di non chiamarlo “perigeo lunare” o “sigizia”, ma superluna. Il perché lo ha spiegato giorni fa all’Atlantic: “Perigeo, sigizia, si tratta di termini che lo studente della scuola media non è in grado di capire, e questa è anche la capacità di lettura media dell’americano adulto. Così ho pensato che avevamo bisogno di qualcosa più eufonico”. Nolle ha scelto il termine superluna perché sa che la maggior parte dei suoi lettori ha la capacità di comprensione di uno studente della scuola media.
Nello stesso articolo del 1979 si rivolge a quelle persone per spiegare la sua teoria: siccome gli astri influenzano la vita sulla terra, e siccome la luna è così potente da determinare le maree (si tratta di un calcolo scientifico reale, dovuto alla forza centripeta e alla forza di attrazione gravitazionale), allora è chiaro che la superluna può fare di peggio: terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche. Per la cronaca, la comunità scientifica internazionale già da tempo concorda su un punto senza alcuna ombra di dubbio: la luna e la sua versione deluxe, la superluna, non hanno alcun effetto sui fenomeni geofisici. Un tempo l’astrologia era roba da tv privata. Bisognava telefonare a costosissimi numeri che iniziavano con l’199, e si rischiava di finire in diretta a parlare con Claramante, Genni e le stelle e, non so, l’indovina di Terni Famoso Jole, arrestata nel 1996 per “essere diventata improvvisamente ricchissima” vendendo amuleti che comprava a mille lire e rivendeva a 270 mila lire – va bene, Famoso Jole era una cialtrona, l’astrologia “è una cosa seria”, ma per le tv private non c’era molta differenza, l’importante era arrivare nelle case degli italiani con una risposta a molte domande. Oggi gli astrologi – “quelli seri”, s’intende – sono ospiti rispettabilissimi di altrettanto rispettabili trasmissioni radio e tv. Paolo Fox, 56 anni, “ha cominciato ad occuparsi di astrologia all’età di sedici anni”, si legge sul suo sito personale.
Ha iniziato a frequentare la tv all’inizio dei Duemila e oggi è ormai praticamente ovunque: dalla Rai a Radio Deejay, è stato ospite fisso di “Che tempo che fa” di Fazio e ha una popolarissima rubrica su DiPiù di Cairo, editore con il quale pubblica ogni anno anche il suo oroscopo. Contattarlo è praticamente impossibile: la prima cosa che si legge, sempre sul suo sito, prima ancora della scarna biografia, è che “Paolo non ha uno studio privato, non invia risposte via email o oroscopi a pagamento e non collabora con siti internet o servizi telefonici a ‘valore aggiunto’ come, ad esempio, 899 o altri.
E’ soprattutto agli allineamenti planetari che, sin dall’antichità, si danno molteplici significati. L’uomo che ha inventato la “superluna”
Non inviate email dirette a Paolo a siti o blog che pubblicano senza autorizzazione le sue previsioni, non compilate form non autorizzati. Paolo Fox non ha profili aperti su Facebook o altri social forum”. Paolo Fox non usa i social, eppure esiste. Poi c’è il re dell’oroscopo italiano, Branko Vatovec, meglio conosciuto come Branko (e le stelle, come il suo noto programma su Radio dimensione suono, che va avanti dal 1982). Branko, uomo elegante, pacato e riservato, è istriano, oggi ha settantatré anni. Fa parte della scuderia Mediaset e Mondadori, scrive da anni una rubrica sul Messaggero ed è spesso ospite in tv. Ha soprattutto un passato a teatro, come ex aiuto regista della scuola “Silvio D’Amico”. In una splendida intervista firmata da Giuliano Zincone per Sette nel dicembre del 2011, Branko si dichiara cristiano (“Bisogna pur credere in qualcosa!”), spiega che anche lui non si è mai fatto pagare per un oroscopo personalizzato, dice di non essere un “astrologo”, piuttosto “un interprete delle stelle. Un poeta”.
Racconta pure che negli anni Ottanta fu un insospettabile a introdurlo a farlo avvicinare alle stelle: “E’ stato un gesuita a consigliarmi le prime letture sulle stelle. Lo incontravo tutte le mattine in un bar. Era un periodo molto triste per me. Lui mi vide piangere, mi prese da parte e mi disse di reagire. I gesuiti sono fissati con le stelle”. Sempre in quell’intervista Branko dice a Zincone: “Se le dico 11 gennaio 1975? ‘Oh, un Capricorno. Con Luna in Toro. E’ uno tosto. Ha un modo molto affascinante di presentarsi, ma è un po’ superficiale. Ha Marte in Gemelli: è leggermente ambiguo’. Parliamo di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze. ‘Non lo conosco. E di sicuro non sapevo quando è nato’”. Dall’altra parte della barricata si trova il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (Cicap), un’associazione di volontari che dal 1989 grazie a Piero Angela promuove “l’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito”. Da circa vent’anni i volontari del Cicap raccolgono gli oroscopi che di solito vengono fatti uscire tra la fine dell’anno e l’inizio di un altro, e poi confrontano le previsioni con i fatti realmente accaduti.
Il report sui fatti del 2017 non è ancora uscito sul loro sito ma c’è quello del 2016: Sonia Ciampoli, dell’ufficio stampa Cicap e responsabile della raccolta delle previsioni, spiega che “grandi sorprese non ce ne sono state, e sì che il 2016 è stato un anno ricco di eventi che qualcuno in stretto contatto con le stelle avrebbe dovuto conoscere in anteprima. E invece nessuno dei veggenti e astrologi che abbiamo seguito sembra aver previsto, per esempio, la vittoria del Portogallo agli Europei di calcio 2016, o la vittoria di Trump alle elezioni americane”. E poi, sul gossip: “Si distingue solo la previsione, a cura del Divino Otelma su Huffington Post già a dicembre del 2014, di un figlio per Maria Elena Boschi, ‘probabilmente maschio’, tra l’autunno del 2015 e la primavera del 2016. L’intervallo di tempo era prudentemente ampio, ma la previsione non si è avverata”.
Se l’oroscopo è anche questo, occuparsi di leggerezze, figli, nozze e separazioni, in America i quadri astrali dei leader mondiali sono presi molto seriamente. Marjorie Orr è una delle astrologhe più famose del mondo, specializzata proprio in politica internazionale. Nell’aprile scorso, per esempio, diceva che fino alla fine del 2018 Kim Jong-un avrebbe avuto spesso “Plutone in transito che trigona con Marte”, e che la tabella di relazioni tra Corea del nord e Corea del sud è abbastanza preoccupante per via di “Urano in opposizione a Marte” fino a tutto il mese di febbraio 2018. Difficile immaginare come sia possibile fare un quadro astrale di Kim Jong-un, visto che non si conosce con certezza la sua data di nascita, ma tant’è. Aspettiamo di vedere la fine delle Olimpiadi invernali per sapere se la malmostosità del quadro astrale di Seul e Pyongyang porterà a un conflitto. Del resto in Asia l’oroscopo è una cosa serissima.
Per esempio, se qualcuno in Corea o in Giappone vi domanda di che gruppo sanguigno siete, di sicuro non ha bisogno di una trasfusione. La domanda è una delle tante varianti superstiziose di quella più diffusa in occidente, “di che segno sei?”. E’ il Giappone ad aver esportato nella penisola coreana la credenza che il gruppo sanguigno influenzi la personalità degli individui, teoria a sua volta importata nell’arcipelago dalla Germania nazista.
Da vent’anni i volontari del Cicap raccolgono gli oroscopi di fine anno e l’anno successivo dimostrano che niente si è avverato
Il primo a parlarne in una pubblicazione scientifica fu il professore giapponese Takeji Furukawa, era il 1927: la teoria che a ogni gruppo sanguigno – A, B, AB, 0 – corrispondesse a un certo “tipo” di persona ebbe un enorme successo, pur avendo poche basi scientifiche. Negli anni Settanta la teoria fu portata di nuovo in auge dal giornalista Masahiko Nomi, e dall’enorme popolarità del suo libro “Comprendere le affinità in base al gruppo sanguigno”: secondo la teoria di Nomi, le persone con gruppo sanguigno A sono i leader, poco inclini al sentimentalismo, forti e decisi – non a caso il primo ministro Junichiro Koizumi è un A. Le persone del gruppo 0 sono versatili, fiduciose, ma anche superficiali e in balìa delle emozioni. Il problema più grosso si ha con il gruppo B, che rende gli uomini egoisti. Secondo uno degli ultimi sondaggi pubblicati in Giappone, solo il venti per cento dei giapponesi crede davvero che il sangue possa influenzare la personalità, eppure ancora oggi sia in Corea del sud sia in Giappone c’è gente che mette il gruppo sanguigno in alto, tra le informazioni personali, sul curriculum. E vengono periodicamente fuori storie di persone discriminate per il proprio gruppo sanguigno (ha perfino un nome, la discriminazione per il gruppo sanguigno, si chiama bura-hara). In Corea una delle serie tv più famose del decennio scorso si chiama “Il mio fidanzato è del gruppo B”.
Sempre parlando di Asia, passando per la tradizione astrologica indiana, legata all’induismo, i maghi e indovini thailandesi, le sconfinate applicazioni dello zodiaco cinese, è bene fare un salto in Nepal. La scorsa settimana Ross Urken per Bloomberg è finito nel lussuosissimo resort di Dwarika, a est di Kathmandu, un posto da quattrocento euro a notte. Qui lavora, per un piccolo sovrapprezzo, “il famoso astrologo Santosh Vashistha, un distinto quarantaduenne in cappotto scozzese con i resti di una tika rossa festiva sulla fronte”. Urken racconta che davanti ai suoi occhi l’astrologo ha risposto a una telefonata del ministro delle Finanze nepalese, Gyanendra Bahadur Karki, che chiamava per un consiglio. Tra i suoi clienti ci sarebbero pure il primo ministro, alcune star di Bollywood e vip americani. Questo perché Santosh Vashistha, oltre a essere stato nominato “miglior astrologo del 2017” dal Congresso degli astrologi asiatici, ha una specializzazione particolare: si occupa di finanza. Ha studiato Astrologia in India, alla Banaras Hindu University, e fa quello che da anni finanzieri, banchieri, businessman anche occidentali sospettano: analizza l’influenza degli astri nei mercati finanziari. “Il mercato azionario si muove seguendo un ciclo stagionale che deriva da un calendario calcolato dalle orbite della terra e del sole”, spiega a Urken Bill Sarubbi, un analista di Wall Street che dal 1966 pubblica Cycles Research, un servizio su abbonamento da trecento dollari l’anno che “colma il vuoto tra ricerca fondamentale, analisi tecnica, dati economici e geopolitici attraverso l’analisi predittiva”, che tiene conto anche dei cicli cosmici e planetari. Negli anni Novanta a Wall Street l’astrologia aveva perfino un magazine, il Wall Street Forecaster, e una ventina di anni fa pure Goldman Sachs commissionò alcuni studi sull’astrologia finanziaria. Nessuno di loro però ha mai previsto la crisi del 2008, forse nemmeno il Divino Otelma.
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