Il bacio di Katy Perry a Benjamin Glaze

Molestie a parte, tutti dicono: me too!

Giulia Pompili

La regina del pop e dell’intrattenimento, Katy Perry, ruba un bacio a un ragazzo, e internet si interroga sulla possibilità di inserirla nel girone dei dannati

Viviamo ormai in una nuova stagione, e presto i programmi televisivi più popolari avranno bisogno di un autore addetto alle molestie sessuali, un censore che si adatti al clima puritano e si dimostri persecutorio nei confronti di chi gioca e fa spettacolo sull’unica cosa che interessa al grande pubblico: il sesso. E in America le cose si stanno mettendo particolarmente male. Perché se una superstar dall’aspetto provocante sfiora le labbra di un ragazzo preso alla sprovvista, ma consenziente, per gioco e per senso dello spettacolo, ecco che arriva il processo mediatico, e non solo sui social, ma anche sul New York Times che ha titolato categorico: “Un bacio non voluto ad ‘American Idol’”.

 

I fatti. Benjamin ha diciannove anni e fa il commesso in un negozio di aggeggi tecnologici perché così le ragazze carine lo salutano (lo spiega lui così). Partecipa alle audizioni di “American Idol”, si presume per mostrare il suo talento ma anche nella speranza di trasformarsi in un “idol”, appunto, con tutto ciò che ne consegue – ragazzine adoranti che ti saltano al collo, selfie, celebrità. Sullo scranno dei giudici quest’anno ci sono Lionel Richie, Luke Bryan e Katy Perry, e quando Benjamin sale sul palco con la chitarra, Luke Bryan senza alcun motivo apparente cita la celebre canzone di Katy Perry, “I Kissed A Girl”, hai mai baciato una ragazza? La domanda sembra servita proprio per far rispondere: no, mai avuta una fidanzata. A quel punto Katy Perry, bad girl cresciuta in una famiglia di pentecostali convertiti al cristianesimo dopo un passato da hippie, gli dice: “Vieni qui. Vieni qui subito”. Gli chiede un bacio sulla guancia, e poi gliene ruba un altro sulle labbra. La tecnica in sé le donne la conoscono bene: è una delle più usate dagli sporcaccioni. Ma è il contesto a cambiare tutto: Benjamin al New York Times, che lo ha contattato subito dopo, forse sperando in uno scandalo, ha detto che sì, effettivamente si è sentito un po’ in imbarazzo (“Ecco! Non lo voleva!”, scrivono le erinni) ma poi su Facebook ha spiegato: sono felice che Katy lo abbia fatto, e quel bacio non significa niente, un contatto delle labbra non è una circostanza romantica con qualcuno a cui tieni, quello è un vero primo bacio. Sono le parole di un debole che tra trent’anni denuncerà le molestie, o solo quelle di un ragazzo divertito dalla circostanza mediatica?

 

Se al posto di Katy Perry ci fosse stato un maschio, seduto in una posizione di potere; se al posto di Benjamin ci fosse stata una diciannovenne, tutto sarebbe stato diverso, ma questo anche prima del #MeToo. Katy Perry – una delle artiste più pagate del mondo, una che si è fatta sculacciare da Madonna su un palco e una settimana fa è finita sui giornali perché la suora che si opponeva all’acquisto di un ex convento da parte della Perry è morta in tribunale, insomma, una molto rock&roll – ha tuittato solo l’immagine di Minnie che prende per le orecchie Topolino per baciarlo, con l’hashtag #Benjamin, e un cuoricino. Ma già da due giorni internet si interroga sulla possibilità di inserirla nel girone dei dannati – dove non si fa alcuna differenza tra Bertrand Cantat, il frontman dei Noir Desir che ha ammazzato di botte la moglie, Harvey Weinstein e Gaston della “Bella e la Bestia”. Altre tre piccole notazioni di cronaca. Primo: sui social la maggior parte dei profili di uomini eterosessuali che è intervenuto sull’argomento esprime invidia (me too!). Secondo: credere che non fosse tutto preparato, che il ragazzo non sapesse del bacio, è colpevolmente naïf. Terzo: Benjamin è stato eliminato da “American Idol”.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.