Svegliarsi una mattina e ritrovarsi Diego Fusaro profeta dello Spirito del tempo
Tra ospitate tv e social network, il mondo alla rovescia
Come il più coscienzioso dei cronisti, qualche giorno fa mi sono detto: prima verifico cosa ha detto, scritto o pubblicato Diego Fusaro nel giro di ventiquattro ore. Non negli ultimi mesi o anni, no: solo nel tempo di una rotazione completa della Terra intorno al proprio asse. Vado dunque sulla sua pagina Facebook, e trovo: l’elogio di De Masi al libro di Fusaro sul precariato (chi si somiglia si piglia); una pillola dell’intervento del Nostro a La7, dove, ben remunerato, discetta spesso e volentieri (è il mercato, bellezza); il rinvio al suo sito personale, in cui in mezzo a un profluvio di pubblicità del tipo sette chili in sette giorni galleggiano profonde citazioni di filosofi. (Il titolo è: “pecunia non olet”, e come dubitarne?).
Poi trovo: la locandina di una conferenza molto euroasiatica; un post su Marx e la questione ebraica per dire che i rom hanno i nostri stessi diritti (e se l’ha detto Marx siamo tutti più tranquilli); un video di cinque minuti contro gli “euroinomani”: Fusaro è il mago Otelma dei neologismi; il video del suo intervento a “La Zanzara”, dove sproloquia felice di turbocapitalismo e plusgodimento; la citazione di Hegel per difendere il diritto dei popoli alla lingua nazionale (e se l’ha detto Hegel siamo tutti più tranquilli); un intervento su Affari italiani, sempre a proposito dei rom, presentato come “lampo del pensiero”, perché dire cazzatella breve, evidentemente, rende meno; momento altamente lirico e pensoso in spiaggia, col mare alle spalle e ispirata citazione hegeliana in favore di telecamera; post critico contro Toscani, Del Rio e Bonino, presentati come “armata Brancaleone del turbomondialismo” (un turbo in posizione di prefisso Fusaro non lo nega a nessuno); un augurio ai ragazzi impegnati con la maturità: li vuole sempre ribelli e appassionati, non sia mai cedano “al ricatto dell’imposizione delle Facoltà universitarie della burocratizzazione dello spirito”, e io non ho capito se secondo Fusaro si possono o no iscrivere all’Università, ’sti benedetti ragazzi.
E per finire (siamo ancora nell’arco delle 24 ore): intervista a un sito online in cui di nuovo se la prende con Toscani, con la seguente battuta di spirito: “La sinistra sta passando dalla lotta di classe alla foto di classe”. Guizzi del genere sono la quintessenza del Fusaro pensiero; ennesima ospitata a La7 sulla decisiva differenza fra immigrati e migranti e subito dopo intervista, per la medesima emittente, sul fatto che ci si deve aprire all’altro, ma non come fa la globalizzazione, che annulla le differenze. Così vanno bene croci cristiane e veli islamici, ma non le orrende merci che vende il capitale.
E’ tutto. Meno male che questo, che trascorre la sua intera giornata tra televisione e social network, è il filosofo che tuona contro lo sradicamento deterritorializzante e la mercificazione capitalistica del globomondialismo (o qualcosa del genere: Fusaro non tuona mai con parole di meno di dodici lettere). L’unica cosa che mi vien fatta di pensare, non credendo che si possa prendere sul serio tutta questa paccottiglia, è che, nonostante ogni apparenza di senso contrario, credetemi: non è vero che in filosofia anything goes, né basta citare Hegel o Marx per dirsi filosofi. Non basta neppure ripetere la solita solfa del pensiero unico neoliberista per sentirsi aspri pensatori critici, mentre ti può bastare, se sei bravo a vendere la tua merce di parole, per fare un po’ di quella pecunia che non olet (con tanti complimenti – s’intende – da parte mia).
E può perfino capitare che tu finisca, in questo modo, sulle pagine del Figaro, che ti presenta come una specie di “ecce homo”: voilà l’uomo che sussurra nell’orecchio di Di Maio e Salvini, come ha scritto il quotidiano francese una settimana fa (è da lì che infatti è partita la mia sfiancante Le Mans para-filosofica sulla pagina Facebook di Fusaro). Così sappiamo che è vero: lo spirito soffia veramente dove vuole. Solo che mentre prima si serviva di profeti inascoltati, oggi si serve di cazzari ascoltatissimi. Die verkehrte Welt: il mondo rovesciato, avrebbe detto Hegel (Fusaro apprezzerà). E a fine giornata pensi, come Rossella O’Hara ma con più mestizia: domani è un altro giorno, chissà quanti Fusaro ancora.