La telenovela del #MeToo. McGowan e Argento tornano amiche
Rose chiede scusa: non aveva capito che Jimmy Bennett aveva diciassette anni quando si fotografò a letto con Asia. Tutto cancellato il mostro non era mostro. La vittima non era carnefice. Il cortocircuito rimane
Rose McGowan ha chiesto scusa ad Asia Argento (su Twitter, naturalmente). Dice che non aveva capito che Jimmy Bennett aveva diciassette anni (gli mancava poco ai diciotto, a esser precisi) quando si fotografò a letto con Asia Argento e scambiò con lei messaggini caldi troppo caldi: aveva capito che era un dodicenne. Ed è solo per questo fraintendimento che ha consentito che la sua ragazza Rain Dove recapitasse alla polizia i messaggi che Argento le aveva scritto e nei quali diceva chiaramente di aver fatto sesso con il giovanotto. E' solo per questo errore di calcolo e presentabilità che, insomma, McGowan, l'amica nemica regina di credibilità e affidabilità, ha poi scritto su Twitter, per giorni, che Asia Argento avrebbe dovuto ammettere d'aver sbagliato, scusarsi, redimersi, essere ciò che Weinstein avrebbe dovuto essere, e ritirarsi dal #metoo, per il quale rischiava di diventare tossica.
.@asiaargento pic.twitter.com/yn96UGUJ7a
— rose mcgowan (@rosemcgowan) 27 settembre 2018
Tutto cancellato. “Chiedo scusa”, ha scritto. Il mostro non era mostro. La vittima non era carnefice. Il cortocircuito rimane, ed è una commedia degli errori surreale. E speriamo abbia fatto pure una telefonata vecchio stampo, la signorina McGowan, se non ad Asia, almeno ai suoi avvocati londinesi, gli stessi che una settimana fa hanno consigliato ad Argento di minacciare McGowan di ritrattare quelle accuse e dichiarazioni infamanti, se non volevano, lei e la sua ragazza, incorrere in procedimenti penali.
Asia Argento ha risposto con compostezza, ha ringraziato, e ha invitato la ex sorella di lotta a smetterla di ferire gli altri. E “adesso andiamo avanti”.
Now go on, live your life and stop hurting other people, will you Rose? Best wishes.
— Asia Argento (@AsiaArgento) 27 settembre 2018
generazione ansiosa