Solo ai Ferragnez si poteva rimproverare d'aver sprecato una lattuga
La festa in un supermercato offende i poveri (e gli odiatori). Ma il cibo non c'entra
Roma. S’è scusato due volte, Fedez. La prima, dalla festa, con Chiara accanto e dietro di lui, senza crederci troppo, sorridendo un po’, addirittura con sarcasmo (sempre un po’). “Mi assumo la colpa di aver lanciato qualche foglia di lattuga”, ha detto. Poi ha filmato il supermercato, ha mostrato che era tutto a posto: neanche un carrello sfasciato, neanche una bottiglia per terra, il panettone che aveva lanciato in aria poco prima era ancora integro, niente “guerriglia urbana”. Festa finita, gli amici se ne vanno. Tutti a casa compreso Fedez, che tornando deve aver letto i commenti degli italiani da casa – “un giorno vi impiccheremo”, “i poveri si rispettano”, “e in Africa muoiono di fame” –, ha capito che la faccenda s’era incarognita, ha indossato sulla sua faccia “una polemica di dignità”, e ha detto che probabilmente un supermercato non è il posto idoneo per fare feste, s’è scusato se i suoi invitati “hanno urtato la vostra sensibilità” e ha promesso che farà di tutto per farsi perdonare.
Antefatto: Chiara Ferragni e sua madre avevano affittato il Carrefour di CityLife, a Milano, e ci avevano allestito una festa di compleanno per Fedez, durante la quale è successo che alcuni, inclusi marito e moglie, hanno fatto un giro dentro ai carrelli prendendo roba a caso dagli scaffali – Chiara era coperta di finocchi e pomodori e banane, sembrava l’incarnazione di “Supermarket” di Lucio Battisti; tutti hanno cantato gli 883 e Giorgia al karaoke; qualcuno ha ballato strusciandosi addosso della lattuga. “Possiamo prendere tutto quello che vogliamo”, ha detto e scritto Ferragni a un certo punto – ma nessuno ne ha troppo approfittato: se un altoparlante diffondesse la stessa frase al buffet del Premio Strega, i lì presenti si porterebbero a casa pure gli scalini del Ninfeo (è facilmente deducibile da qualsiasi cronaca dello Strega degli ultimi anni: fate una prova, quando avete tempo, basta googlare). Gli italiani da casa hanno decretato che, stavolta, i Ferragnez hanno esagerato oltre ogni ragionevole sopportabilità, hanno dileggiato la fame nel mondo, disintegrato centinaia di campagne di sensibilizzazione sugli sprechi alimentari, offeso i poveri, ferito le famiglie italiane in difficoltà che quando vanno a fare la spesa devono scegliere tra detersivo per i piatti e bagnoschiuma, insegnato ai “nostri ragazzi” che ai ricchi è concesso qualsiasi sbraco, vezzo, capriccio, ostentazione, prepotenza, cafonata. Chiara ha scritto che loro sono una famiglia e ogni giorno lanciano “messaggi positivi” che invogliano i ragazzi all’impegno e alla correttezza, dopodiché ha pubblicato 4 o 5 noiose storielle Instagram in cui coccola suo figlio sperando che gli italiani facciano la cosa in cui sono campioni mondiali e cioè farsi mesmerizzare da una madre, ritirando tutto.
Nel paese dove lo scatto di Totò che s’intasca gli spaghetti è più istituzionale della foto del presidente della Repubblica, dove niente funziona a parte la ristorazione; nel paese al quale Emily Ratajkowski ha dedicato un video in cui si versa spaghetti e vino addosso (le foto sono poi finite in un calendario dell’Avvento), dove l’ospite si onora inducendolo al blocco intestinale, dove cioè lo spreco alimentare ha fatto sempre parte della festa, e della festa ha sempre fatto parte il carnevale, il capovolgimento e la soppressione del contenimento, solo Chiara Ferragni e Fedez potevano scalmanare migliaia di individui in difesa della sacralità del cibo. Perché il cibo non c’entra, naturalmente – e neanche i poveri, e neanche la crisi, e neanche i valori, o i disvalori.
Chiara e Fedez sono ricchi, giovani, famosi, genitori, talentuosi, indipendenti e persino felici o almeno ne hanno l’aria, però non è questo che ce li rende indigesti, non è solo questo. E’ che ci dimostrano che essere tutte quelle cose vuol dire poterne diventare altre ancora, e ancora, e ancora. Crescono. Ci lasciano indietro e ci impediscono di essere i loro genitori, di ricordare che sono in debito con noi e non ci devono tradire facendo quello che noi vorremmo ma non possiamo. Ci lasciano indietro e di noi si servono solo come pubblico, quella massa senza volto che ha una sola speranza di venire illuminata: lanciando lattuga. Appunto.
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