Sotto l'albero di Natale c'è una nuova polemica con gli ambientalisti
Inquina di più un abete naturale o uno finto? Il Wwf si schiera contro uno studio del Guardian diffuso da Coldiretti
Seppellacchio contro Spelacchio, la Coldiretti contri il Wwf, abete naturale contro abete artificiale. E così l'Albero di Natale da simbolo di pace diventa oggetto di discordia.
Non tanto a dichiarare la Guerra dell'Albero di Natale ma a rivelarla è la Taffo Funeral Services, agenzia di pompe funebri famosa per l'humor nero della sue campagne. “Non vaccinarevi. Siamo pronti anche a un'epidemia”. “Seppelliamo l'omofobia”. “Usa Election Day. Urne aperte”.
E stavolta ha preso di petto Spelacchio: il famigerato abete rosso da 21 metri di altezza e 50.000 euro di costo che per le sue pietose condizioni nel Natale del 2017 diventò un simbolo della sciatteria della Giunta Raggi. Alludendo al suo soprannome, a Piazza di Santa Emerenziana, è stato presentato #Seppellacchio: “L'albero di Natale contro il disboscamento e a favore del Wwf Italia”. “A Natale salva un albero dal funerale”, è lo slogan. L'obiettivo dichiarato è “seppellire” una volta per tutte la “cattiva abitudine” di utilizzare alberi naturali per le festività natalizie, anche se l'invito era anche a non dimenticare i 14 milioni di alberi che in Italia sono stati abbattuti dal maltempo lo scorso novembre.
Di Alberi di Natale naturali, però, c'è anche chi ci vive. In tutta l'Europa il mercato è di 50 milioni di piante, 35 milioni negli Stati Uniti. In Italia la produzione si concentra in Toscana e in Veneto ma è in Germania, dove la tradizione si è diffusa, che la coltivazione di abeti di Natale va forte, con 19 milioni di Alberi di Natale prodotti ogni anno. In proporzione il maggior esportatore è però la Danimarca, che vende all'estero il 90 per cento dei suoi 8,5 milioni di esemplari. La Francia sta sui 9,2 milioni l'anno, il Belgio sui 5,2 e l Regno Unito sui 4,4. Negli Stati Uniti ci sono 20.000 produttori, e il 95 per cento di loro vende direttamente nella propria fattoria. Almeno 6 milioni di esemplari l'anno sono esportati dal Canada. In Italia, secondo la Coldiretti, nel 2017 erano stati comprati 3,8 milioni di Alberi di Natale naturali.
Ma proprio la Coldiretti aveva già iniziato una campagna per spiegare che in realtà l'Albero di Natale ecologico non è quello artificiale, ma proprio quello naturale. A documentarlo è uno studio riportato dal Guardian, secondo cui un Albero di Natale vero inquinerebbe 10 volte meno di uno artificiale. Problemi di smaltimento a parte, l'Albero di Natale artificiale è fatto di plastica prodotta dalla lavorazione del petrolio. E altro petrolio ancora ci vuole per trasportarlo nei 9mila chilometri che ci separano dalla Cina, che ne produce la gran parte. Risultato: un albero artificiale di circa 1,90 metri ha un'impronta di carbonio equivalente a circa 40 chili di emissioni di gas serra, che è più di 10 volte quello di un albero vero utilizzato dopo le feste come pellet per combustibile. E se l'albero naturale viene poi riciclato o coltivato in un vaso o in giardino, sempre secondo Coldiretti e Guardian, può avere emissioni trascurabili se non addirittura negative. Insomma, il dibattito tra ambientalisti e produttori sulla sostenibilità dell'Albero di Natale è ancora in corso.
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