La violenza contro l'evidenza

Giuliano Ferrara

Jo Cox in Inghilterra. Il Ku Klux Klan in America. I burini di Francia. Il sequestro dei 49 naufraghi. Il linguaggio violento contagia tutto e la violenza è generatrice di violenza. Indagine sul sottotesto della congiuntura civile, con puzza di anni Trenta

Testo e sottotesto della presente congiuntura civile e politica: la violenza. Esito prevedibile: maggiore violenza. La questione va svolta con un minimo di decenza. Quindi inutile soggiungere: siamo contro la violenza, non solo quando è squadrismo contro giornalisti democratici. Pleonastico. Ipocrita. Un’evidenza che non convince alcuno. Mauro e Sofri insistono: a Macerata la Lega era allo 0,6 per cento, dopo la sparatoria contro i neri è balzata al 26 per cento. I burini inglesi hanno ucciso Jo Cox, deputata antiBrexit, e chissenefrega hanno detto gli elettori. Trump flirtava con il Ku Klux Klan e i neoconfederati, fino ai famosi scontri tra neonazi e antinazi a Charlottesville, Virginia, di cui si è messo al di sopra dall’alto del suo linguaggio impostorico e violentissimo. I burini di Francia sono nati eversivi. Forma di lotta antifiscale: il blocco stradale, violenza materiale contro la libertà di muoversi, extrema ratio mai abusata dal movimento operaio, ora gancio della mobilitazione permanente. Segno di riconoscimento: una divisa gialla, una divisa, alla portata di tutti i portabagagli bolsonari. Blindati mortiferi: i Suv con l’aggravante (per me l’esimente) di un diesel. Connessione: in rete, orizzontale contro la verticalità del potere delle élite. Programma: stare meglio di quelli che stanno bene, nonostante servizi gratuiti, buoni stipendi, vacanze pagate, libertà di movimento, assegni familiari e molto molto altro della famosa joie de vivre à la française. Mezzo: l’invasione distruttiva di Parigi, capitale dei bobo. Risultato: i bobo e i bouticcari perdono miliardi di incassi, intanto però lo stato tira fuori dieci miliardi di sou, soldini cash. 

 

(Ungheria di Orbán: 463 euro al mese, 400 ore di straordinari obbligatori per legge, il 19 sciopero generale). 

 

Menzogna o fake invasiva in gilet: non arriviamo alla fine del mese, come Giovanna d’Arco, con l’aiuto di sociologi ed economisti della mutua, e i soliti fascisti opportunisti neri e rossi. Leadership: chi pretende di costruirla è minacciato di morte: è la logica orizzontale, in senso macabro, della rete stessa lasciata a sé stessa. Ora Edouard Philippe ci prova, a darle invece che a prenderle, a nome della République, ma lui si allena alla boxe, per tenersi in forma, due volte a settimana in palestra, mentre sul ponte delle Tuileries quello che ha cercato di stendere un gendarme a cazzotti era un campione di boxe professionale (lui si è reso noto al popolo giganteggiando violento e miserabile via Facebook, recitando la vittima della repressione, dei gas, delle matraques, delle pallottole di gomma, e il poliziotto Cédric, sfuggito all’agguato cazzottistico, è intervistato in tv nell’anonimato protettivo più assoluto, un disperato).

 

Violenza, dunque. Anche in Germania, con la bastonatura a sangue di un capo della AfD di Brema. Anche in mare con il sequestro dei 49 naufraghi, compresi donne e bambini, illegale e coattivo. I catalani sono più delicati, come i milanesi, ma anche lì stava per degenerare, e un po’ la cosa è degenerata. Il romano chiacchiera e fa la spesa, finché dura, a parte lo squadrismo del Verano e il bagno di sangue minacciato per difendere vittoriosamente lo scrocco di CasaPound. Il russo in genere è eliminato in patria e all’estero, a meno che non sia un pensionato da recuperare. Il polacco si allinea, più che altro. Il brasiliano dà la caccia ai gay e ai delinquenti con metodi da delinquenti. Il linguaggio violento contagia tutto e tutti, straborda, deborda, tracima o come si dice. Un’inondazione di violenza liquida, era forse questa la società liquida. All’odio politico, sentimento quasi naturale a considerarlo ora che è al tramonto, si sostituisce il disprezzo antropologico, e nessuno di noi ne è esente (pensate alla parola d’ordine qui inventata dal sottoscritto: combatterli per ciò che sono prima che per quel che fanno: una cosa orribile). Violenza, dunque, generatrice di nuova violenza, inevitabilmente. Anche Francesco è preoccupato, sente puzza di anni Trenta

 

A un certo punto, dopo Charlie Hebdo, dopo il 13 novembre di Parigi, forse anche molto prima, dicemmo da neoconservatori non pentiti che dovevamo applicare al terrorismo internazionale islamista una violenza incomparabilmente superiore alla sua, più strenua, ardua e forte. Avevamo evocato, a difesa dello status quo, cioè del way of life, o chiamatelo come volete, insomma della pace civile e opulenta di Neuilly, come dice Buttafuoco che sarà presto decapitato in quanto Giafar Al Sikli dalle nuove Giovanne d’Arco, ma per fortuna ha sette teste e sette vite, avevamo evocato, si diceva, una violenza che era nelle corde della società occidentale, però come guerra civile. Un piccolo errore di piazzamento del concetto, perdonabile?

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.