“La Grecia si dimezzerà”. La bomba demografica che minaccia il Partenone anticipa la crisi europea
La popolazione greca nel 2015 era di circa 10,9 milioni, ma potrebbe ridursi di 2,5 milioni di persone entro il 2050
Roma. “L’immigrazione ha innalzato la popolazione tedesca a 83 milioni di persone nel 2018, un record, ma non invertirà il declino demografico del paese più popoloso d’Europa”, si legge in questi giorni sui giornali tedeschi. Sulla base delle attuali tendenze, la popolazione della Germania si ridurrà a 79 milioni nel 2030 e il 28 per cento della popolazione avrà più di 65 anni. Su Handelsblatt, Martin Greive parla di “Armageddon demografica”. E se questa fa tremare un gigante economico e demografico come la Germania, non è difficile immaginare l’impatto che la denatalità può avere su un nano già atterrito come la Grecia.
Con il più basso tasso di fertilità d’Europa (un 1,3 per cento nazionale contro il già drammatico 1,5 a livello europeo), la Grecia va incontro a un destino terrificante. Come scrive il quotidiano Ekathimerini riportando i dati del Centro nazionale di ricerca sociale (Ekke) greco, “il paese perderà metà della popolazione in 35-50 anni” se non ci sarà una inversione di tendenza nelle nascite, nella fuga dei giovani all’estero e nell’invecchiamento della popolazione. Negli ultimi cinque anni, la Grecia ha perso 360 mila unità, che saliranno a 770 mila in dodici anni.
Il governo greco di recente ha celebrato la fine del piano di salvataggio del paese come un “ritorno alla normalità”. Partner e creditori dell’Unione europea, che avevano erogato 288,7 miliardi di euro di prestiti, si sono affrettati a dichiarare “vittoria” sulla crisi iniziata nel 2010. “Tutti vogliono vedere la fine della crisi greca, non ultimo il popolo greco, ma la Grecia è molto lontana dalla ‘normalità’”, scrive sul New York Times Nikos Konstandaras, un editorialista del quotidiano greco Ekathimerini. “Ricerche recenti suggeriscono che ai tassi attuali, la popolazione della Grecia, che nel 2015 era di circa 10,9 milioni, potrebbe ridursi di 2,5 milioni di persone entro il 2050””. È notizia dei giorni scorsi che la Grecia sostituirà l’Italia come il secondo paese più vecchio del mondo e il paese più vecchio in Europa entro il 2030, riferisce Euromonitor International (al primo posto c’è sempre il Giappone, che sembra uscito da un film di fantascienza).
Il Washington Post è andato a raccontare la scuola elementare Kalpaki. “Per il 2018, c’erano solo 13 studenti in prima elementare. Alcuni vivevano in villaggi dove erano gli unici bambini. Una mezza dozzina di altre scuole della zona avevano chiuso di recente. L’economia greca non incombe più sull’Europa come un pericolo che mette in pericolo l’euro, ma il paese sta iniziando a lottare con la prossima fase di pericolo: un calo dei bambini che ha aumentato la probabilità di una Grecia ristretta e indebolita per gli anni a venire”.
I giornali stanno descrivendo la Grecia come un caso da manuale di un paese che si sta restringendo a vista d’occhio. Il Financial Times si è recato a Roviata, vicino a Efira: “Solo 150 persone ora vivono a Roviata e quasi i due terzi sono in pensione. Konstantopoulous è uno dei tre contadini rimasti in quello che un tempo era un vivace centro agricolo. ‘Mio padre ha avuto nove figli, io ne ho una, qui c’è un bambino nato ogni 15 morti. Alla fine non ci sarà nessuno, non ci sarà alcun villaggio’”. E non è un caso isolato.
Per il periodo 2015-2017, le morti in tutto il paese hanno superato le nascite di 91,2017 unità. Più di un quinto degli abitanti della Grecia (21 per cento) ha più di 65 anni. “L’ufficio statistico europeo stima che la popolazione greca diminuirà del 32 per cento”, mentre si parla anche di possibile calo del 50 per cento. E cosa accadrà in quel caso alla Grecia?Riduzione delle pensioni già molto basse di un ulteriore 30 per cento o un aumento alternativo dell’età pensionabile fino a 73 anni, dagli attuali 67. Sono le conseguenze della “bomba demografica”, come la chiama Savvas Robolis, professore emerito presso l’Università Panteion.
All’inizio della crisi finanziaria nel 2010, la popolazione “attiva” della Grecia - quella di età compresa tra i 20 e i 64 anni - si attestava sui 7,045 milioni di persone. Oggi quel numero è pari a 6,8 milioni. Le persone di età compresa tra 20 e 40 anni rappresentano il 40 per cento della popolazione, rispetto al 46 per cento ancora nel 2010. Il rapporto tra la popolazione ultra 65enne e la popolazione in età da lavoro, secondo uno studio della Commissione europea di questi mesi, passerà dal 33,4 per cento di oggi al 63,1 per cento nel 2070 (quasi raddoppiato). La Grecia appare spacciata. È la demografia, bellezza.