“Tutti un solo figlio per risparmiare 58 tonnellate di CO2”
Per le élite i bambini sono un cancro per il pianeta. E discutono di emulare la Cina
In un vecchio film con Charlton Heston, “2022. I sopravvissuti”, la popolazione di New York ha raggiunto i 35 milioni, non ci sono più cibo, acqua ed elettricità, i ricchi vivono in palazzi sontuosi dove non manca mai la carne, mentre i poveri si nutrono di una galletta, il Soylent Green, fabbricata con i cadaveri degli anziani dopo la loro eutanasia di massa. L’idea sembra in qualche modo essere tornata di moda nei nuovi palazzi sontuosi. “Avere figli è la cosa più distruttiva che possiamo fare per l’ambiente”, secondo uno studio dell’Università di Lund, in Svezia, il paese di Greta Thunberg. Avere un figlio in meno significa risparmiare “in media 58,6 tonnellate di emissioni di CO2”. Una riduzione di emissioni paragonabile a “684 adolescenti che fanno un riciclaggio completo per il resto della loro vita”.
Dopo la guerra alla carne di mucca in Germania e altrove (i loro peti inquinano), il movimento ambientalista passa alla misantropia. Alla Oregon State University, lo statistico Paul Murtaugh e l’oceanografo Michael Schlax hanno stilato uno dei documenti più citati sul legame tra figli e clima. “Reproduction and the carbon legacies of individuals” tiene conto non solo della CO2 associata alla nascita di ogni bambino, ma anche della CO2 associata ai suoi discendenti. Un nuovo peccato intergenerazionale. La più giovane parlamentare degli Stati Uniti, la star democratica e green Alexandria Ocasio-Cortez, ha chiesto: “E’ ancora giusto mettere al mondo dei figli?”. Michael Meacher, ex ministro del Labour inglese, ha definito l’uomo un “virus” che infetta la Terra. James Lovelock, quello dell’“ipotesi di Gaia”, dice che l’uomo “si comporta come le cellule di un tumore”. Il principe Harry, sul numero del patinatissimo Vogue curato dalla moglie Meghan Markle, ha appena promesso di avere solo due figli eco-sostenibili (si è dimenticato di citare i jet privati iper inquinanti). E’ nato il movimento “Birth Strike”. Giurano “di non generare figli a causa della gravità della crisi ecologica”. Un tempo, i bambini erano una benedizione. Da un po’ in occidente sono una dannazione.
Il dibattito è finito niente meno che sulle pagine del Financial Times. “Il figlio unico sta diventando la norma”, spiega Camilla Cavendish. Notizie esaltanti: “Il tasso di natalità in Inghilterra è appena sceso al minimo dal 1938. L’Italia ha il tasso di natalità più basso da un secolo. La popolazione giapponese si è ridotta”. E si tirano le somme: “Un mondo ristretto sarà positivo per il pianeta”. Sul Financial Times ha continuato Lex Rieffel, l’esperto di Asia del think tank americano Brookings Institution: “Tanto di cappello a Camilla Cavendish. Sottolinea che la riduzione delle famiglie è ‘una buona notizia per il pianeta’. Ma è più di questo. E’ una buona notizia per la civiltà che rischia l’estinzione da riscaldamento globale. Lanciamo una campagna globale per incoraggiare le famiglie ad avere un solo figlio. Promuovere politiche che incoraggino e premino le coppie che decidono di avere un solo figlio. Ci faranno un favore”.
Idea non nuova, in effetti. Mezzo secolo fa il famoso biologo di Stanford Paul Ehrlich propose di tassare i prodotti per l’infanzia (“culle, pannolini, giocattoli, cibo per bambini”), di rendere più facile l’aborto, di varare la “sterilizzazione delle donne dopo il secondo figlio” e di istituire un “Ufficio federale per la popolazione” che ne stabilisse il numero “ottimale”. Da incorniciare la risposta di un lettore del Financial Times, R. Vijayaraghavan: “Dopo aver letto Lex Rieffel mi sono chiesto, qual è il punto di salvare il pianeta se, dopo il figlio unico, andiamo verso il figlio zero? Non porterebbe all’estinzione della civiltà? La Cina ha realizzato la follia del figlio unico; i problemi sociali che ha creato sono ora ben documentati. Il mondo sarà popolato da vecchi barcollanti e dai loro robot. Il Mondo Nuovo”.
Forse, più che i bambini, il virus sono queste élite. L’aria in effetti sarebbe molto più pulita senza le loro 58,6 tonnellate di CO2.
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