Tommaso Paradiso, Renzi e le separazioni
Uno lascia una band all'apice del successo, l'altro un partito che non l'ha mai amato davvero. Quando l’estate uccide l’amore e infiamma l’ego
Nella discussione appassionata su che cosa sia più sconvolgente in queste mattine, l’abbandono del Partito democratico da parte di Matteo Renzi o l’addio ai Thegiornalisti di Tommaso Paradiso, bisogna parlare anche d’amore, proprio come nelle canzoni. Matteo Renzi ha lasciato un partito che non l’ha mai amato davvero, ha abbandonato un posto freddo e ha lasciato le chiavi sul tavolo della cucina dopo una separazione in casa in cui qualcuno dormiva già da tempo sul divano: l’estate è il momento delle riflessioni o delle catastrofi, e al ritorno ci si lascia o per troppa esasperante vicinanza o per troppa riflessione e lontananza.
Non sentirsi apprezzati abbastanza, non sentire affermata la propria eccezionalità pur sentendosi eccezionali: l’amore passa anche dagli occhi di chi ci guarda e ci trova non fantastici ma così così, e tira un sospiro di sollievo se gli diciamo di non aspettarci per cena. Il disamore e il desiderio continuamente frustrato di essere invece amatissimi hanno costruito questa separazione estiva e narcisistica, in cui Matteo Renzi ha deciso, come Tommaso Paradiso, di partire da solo per la sua nuova tournée.
Il singolo partito, la voce singola, l’addio alla band in cui ci si rinfacciano i meriti e le aspirazioni e i soldi e si portano via i mobili, anche la macchina del caffè, anche le sedie della cucina. Nel caso dei Thegiornalisti, Tommaso Paradiso si è portato via le password di Instagram, con lo sgomento degli altri due musicisti che non hanno potuto commentare lo sgomento dei fan. Si è portato via le password, ha scritto che ogni canzone è sua, ogni parola è sua, è tutto suo, che sono stati mesi difficili (il concerto al Circo Massimo è stato una specie di estrema terapia di coppia che, come quasi sempre, non ha funzionato, perché quello che sta dentro è più vero di quello che si dice e di quello che si canta) e che questa storia è finita. “I Thegiornalisti, per quanto mi riguarda, non esistono più”. Tommaso Paradiso vuole restare solo, vuole affermare, come Renzi, la sua eccezionalità, vuole risaltare di più, anzi forse i motivi della separazione dalla band e dal Pd sono gli stessi, ma nessun nuovo gruppo musicale si chiamerà mai “Italia viva”, e forse questa è una buona notizia. Tommaso Paradiso aveva scritto una canzone sul non lasciarsi mai, una cosa realistica e semplice a cui tutti avevamo voglia di credere, “Se domani tu per caso sparissi e io non sapessi più con chi parlare, dopo tre gin cosa dovrei fare? non mi va di ricominciare, non mi va di sentirmi male”. Invece, poi, l’estate ha segnato la fine. Separazione, scissione, addii, talk-show e Instagram, e appena passerà l’eccitazione dei pettegolezzi si comincerà a pregarli di ricucire, di ripensarci: ma no, parlatevi, sistemate, ricominciate con la terapia, conosco una psicologa bravissima, perché non vi iscrivete a un corso di tango? Il sindaco di Milano ha detto di non comprendere le ragioni della scissione di Matteo Renzi, ma subito dopo ha dimostrato di averle capite benissimo: “Credo che Matteo faccia molta fatica a stare in una comunità collaborativa, preferendo invece un sistema che risponda pienamente a lui”. Un nuovo singolo, una nuova tournée da solo, il pubblico che invoca il suo nome soltanto e nessuno a casa che dica, di spalle: noi abbiamo già cenato, tu se hai fame puoi ordinarti qualcosa.
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