I migliori giornali stranieri hanno deciso di inaugurare il 2020 schierandosi contro il pensiero unico disfattista. Numeri alla mano: negli ultimi decenni sono diminuite povertà, guerre e ignoranza. Ed è cresciuta persino la democrazia. Una controstoria
Come dice un vecchio detto: good news is no news, but bad news is often fake news. Il nuovo anno, complice l’assenza di grandi notizie, si apre, come succede spesso durante le vacanze, con una serie infinita di news descritte con toni drammatici, con una serie infinita di piccoli casi di cronaca trasformati in grandi allarmi nazionali e con una serie infinita di piccoli problemi trasformati in emergenze universali. Il catastrofismo è tipico dei paesi in lotta perenne contro se stessi – e in questo l’Italia è un paese esemplare – ma in questa fase specifica della nostra esistenza il catastrofismo è spesso associato anche a una serie di piccole e grandi paure legate al nostro futuro. E in un momento storico in cui il mondo viene costantemente raffigurato come se fosse destinato ad andare da un momento all’altro in vacca, sostenere che le profezie apocalittiche sul futuro siano delle vaccate può apparire un’eresia ma è quello che alcuni grandi giornali hanno scelto di fare negli ultimi giorni. Giornali naturalmente non italiani, perché se togli ai giornali italiani l’allarmismo rischia di non rimanere neppure la lisca. Giornali che da qualche settimana in modo quasi coordinato hanno scelto di sfidare il pensiero unico allarmista offrendo buone ragioni per non avere paura del futuro.
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