Il negazionista climatico non è cinico, ma la botta di freddo pandemico, e la voglia di avere caldo, per un attimo rimette un po’ di cose a posto
Il negazionista climatico è affermazionista pandemico. Trova anzi quasi incredibile che il coronavirus non sia stato attribuito come conseguenza diretta al riscaldamento globale. Era il biglietto della lotteria apocalittica vincente, ma nessuno lo ha rivendicato. Nessuno può incassarlo. Quel biglietto non c’è. E se è bene ribellarsi ai governi e al governo del mondo quando ci vogliono convincere a desistere dallo sviluppo non compatibile (quale sviluppo mai lo è?), ora è bene obbedire ai governi che hanno cose più serie di cui occuparsi. Il mondo si riscalda, e questo è vero anche se non possiamo farci molto e l’ansia chiacchierina e trecciolina e la paura di volare in aereo per via delle emissioni e la bandiera della decrescita felice lasciano il passo agli aerei vuoti per via di certe goccioline che amano il freddo stagionale e speriamo temano il caldo stagionale, che tutti ci auguriamo notevole, tutti quelli che hanno la testa infestata di infettivologia, cioè tutti di questi tempi. Tra una inevitabile sudata e una evitabile polmonite da rianimazione, bè, sappiamo che cosa scegliere. Non è che il negazionista climatico sia cinico, ma certo che la botta di freddo pandemico da questo punto di vista, per quanto cattivo e non infantile, gli rimette le cose a posto.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE