Degli estremi della civilizzazione fa parte la paura intesa come cura, protezione, solidarietà, e nelle civilizzazioni più radicate i vecchi cominciano a essere tantini, il de senectute passa sulla scala diagrammatico-scientifica dei demografi, i giovani scarseggiano e tendono a comportarsi da vecchietti, legati a casa e famiglia e balcone, lo si vede in tempi di quarantena e di vecchie, care canzoni. Non che i Navigli fossero spopolati, alla vigilia del fermo generale, e molti di noi hanno continuato a passeggiare, fare la spesa, prendere il bus, stringere mani, fino all’estremo limite. Ma dopo che un Bisconte o un Sánchez hanno parlato e decretato, i superlatinos dell’Europa meridionale, non importa adesso stabilire se con ritardo o no, si sono messi a cuccia come cagnolini infreddoliti, o se volete in riga come funzionari prussiani, da Roma a Madrid da Barcellona a Milano.
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