(foto LaPresse)

Quarantena non ti temo

Riccardo Rossi

Abbandonati e invidiati da tutti. Ma tranquilli: noi single siamo abituati a cavarcela da soli

Single: scapoli, nubili. Siamo noi. Siamo qui. E non molliamo: siamo abituati a stare in quarantena, abbiamo una capacità di resistenza autonoma di default, a differenza di chi invece è abituato a essere supportato da una vita. E in questa tragica situazione c’è un aspetto positivo: non c’è alcun senso di colpa nell’apprezzare tutto questo tempo a disposizione. Noi, da soli, sappiamo organizzarci con la spesa per uno (raramente per due), sappiamo cucinare, sporzioniamo, congeliamo, riscaldiamo, sappiamo pulire casa, fare la lavatrice, la lavastoviglie, ma siamo anche connessi meravigliosamente, tutti i nostri dispositivi elettronici funzionano alla perfezione, e sono tutti per noi, in esclusiva, nessuno li tocca, solo noi! E il tempo, che comunque scorre sempre velocemente, in questi giorni è ancora più libero, vola! Noi siamo quelli che tutto l’anno, in tempo di pace, organizzano tutto per tutti gli altri in coppia: cene, serate, cinema, teatri, e ci chiedono qualsiasi cosa: “Li vai a prendere tu i biglietti al cinema? Ché noi abbiamo da fare”, “Prenoti tu il ristorante? A te non dicono di no”.

 

Siamo dei jolly tutto fare perché non abbiamo famiglia, abbiamo solo noi stessi a cui pensare e quindi abbiamo più tempo e, diciamo la verità, anzi la dicano loro, “ci divertiamo di più” perché “possiamo fare come ci pare”. Ma per una volta che invece la livella della quarantena, come si è detto, ci accomuna tutti, non ci si fila nessuno. E adesso che non possiamo e dobbiamo organizzare tutto l’intrattenimento, adesso che non dobbiamo più raccogliere sfoghi e confidenze, nessuno ci chiede come stiamo perché loro lo sanno che stiamo bene, e basta! Ci fosse una telefonata da parte di amici con famiglia, no. Improvvisamente hanno troppo da fare per gestire l'emergenza: la colf non può venire: “E mo’ chi pulisce? E chi fa la spesa? E chi lo porta il cane fuori?”. Devono prendere i biglietti per far tornare i figli dall’estero, o da Milano, o da dove stanno ’sti figli a studiare, che poi quando tornano a casa si chiudono in camera e non gli parlano, o se gli parlano lo fanno con l’inglese perfetto che gli è costato 20 mila euro all’anno e non li capiscono, e se escono dalla camera è per mangiare o perché è andata via la luce e quindi è caduto il wi-fi. Devono mettere ogni situazione in sicurezza: loro stessi prima di tutto, poi mogli, figli, madri, nonne, fratelli, sorelle, cognati, coppie amiche della coppia, e solo allora, quando tutto sembra di nuovo sotto controllo, anche se non lo è, finalmente fanno uno squillo all’amico/a single, e non ti chiedono nemmeno come stai, se per una volta hai bisogno di qualcosa: per loro è impossibile non esordire con un Ahò, te stai a diverti’, eh? Beato te che stai da solo!. Ci invidiano e basta. Perché della loro famiglia non ne possono più! Sì, ci saranno molte nascite a dicembre, ma anche molti divorzi, o almeno case separate. E allora vuol dire che abbiamo fatto bene a rimanere single perché ,diceva Cechov, “se temete la solitudine, non sposatevi”. Auguri!

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