Da congiunti a rapporti stabili. Un lampo e il lockdown ti rivoluziona la famiglia
Se pure con una mossa della suocera, una specie di don’t ask don’t tell all’italiana, il governo ha, in un pomeriggio, allargato il nucleo famigliare molto più di divorzi brevi, seconde e terze e quarte nozze, unioni civili, di fatto, di patto
Quando, domenica sera, peraltro a ora di cena, il premier Giuseppe Conte ci ha detto che, dal 4 maggio prossimo, potremo andare a far visita solamente a congiunti, abbiamo reagito male. Ci siamo voltati verso il coniuge, o il genitore, o il fratello, o l’ex moglie, che ci cenavano davanti, storditi, delusi, in certi casi semoventi perché semiparalizzati dalle angosciose prospettive di prolungamento del lockdown, e ci siamo chiesti se avessimo diritto anche a qualche altro congiunto, a parte loro, e abbiamo tremato all’idea che nel novero delle congiunzioni previste dal nuovo decreto non rientrassero quelle a noi più care, quelle unioni che affiniamo nella clandestinità, o semplicemente nell’indefinitezza, nell’anarchia, nelle intercapedini tra il dopolavoro e la cena a casa. Il governo non solo vuole farci convivere col virus, ma vuole pure farci maritare, ci siamo detti.
E non ci siamo mica fatti distrarre dal fatto che potremo tornare a comprare la cena da asporto, ché siamo più un popolo d’amore che un popolo di libertà, e non è vero che niente conta di più dei buoni pasto, per noi. Ci siamo indignati, abbiamo twittato, whatsappato, zoommato, instagramstoricizzato che noi i congiunti non ce li abbiamo soltanto tra casa nostra e casa di zia Maria, che i fidanzati non ce li abbiamo soltanto conviventi, che gli affetti non ce li abbiamo solamente affini e che, anzi, le persone che amiamo e che vogliamo rivedere e con le quali siamo disposti a non abbracciarci fino alla fase tre, sono tutti o quasi tutti irregolari, divergenti, svincolati, elettivi.
Cosa pensa, il governo, abbiamo tuonato in salotto, che le nostre vite sono storie di capinere? E nel frattempo quasi abbiamo mandato in tilt Google cercando tutti i significati possibili di “congiunto”, abbiamo consultato il dizionario etimologico, il codice civile e pure quello penale e ci siamo sconsolati, credendoci in trappola, visualizzando altre infinite settimane in cui la sola altra libertà concessaci sarebbe stata andare a cena dai nostri nonni, se ancora vivi, altrimenti niente, a casa (non vorrai andare da zia, per carità, quella pazza nevrotica). E allora, prima che esplodesse una rabbia sociale che in questo paese non sarebbe in grado di far esplodere neanche un prelievo forzoso notturno nei conti correnti di tutti, Palazzo Chigi s’è meglio spiegato, ha puntualizzato che i congiunti sono parenti, affini, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili.
Abbiamo reagito malissimo anche per via di quello “stabili”. E gli amanti della domenica? E gli scopamici? E quelli che sono sette mesi che ci flirtiamo ed è meglio non dire a cosa ci siamo spinti su Skype, pur di mantenere la fiamma della passione viva? Non ci siamo resi conto che, di fatto, il governo ci ha detto di andare da chi ci pare e piace, di eleggere, di scegliere, di candidare qualcuno, ammantarlo di un ruolo necessario a compilare una certificazione, e andare a trovarlo, di trasformare uno dell’harem in uno stabile, per il tempo necessario a mantenere le nostre uscite calmierate di modo da non far esplodere di nuovo il contagio.
In sostanza, se pure con una mossa della suocera, una specie di don’t ask don’t tell all’italiana, il governo ha, in un pomeriggio, allargato la famiglia molto più di divorzi brevi, seconde e terze e quarte nozze, unioni civili, di fatto, di patto. I vostri instabili sono stabili, ha detto, in fondo, Palazzo Chigi, la relazione fa l’uso, noi non potremo controllare, non avremo che la vostra parola, quando le forze dell’ordine vi domanderanno dove state andando e voi starete andando a cena da una con la quale avevate cominciato ad andare a letto senza cuore prima della pandemia, non dovrete far altro che qualificarla come fidanzata, non staremo a spulciare le vostre conversazioni WhatsApp con lei, ci fideremo di voi, non potremo che fidarci di voi. E in quella finzione a fini preventivi, in quell’assunzione di responsabilità indotta, magari, chissà, finirete col trovarvi persino bene, come in certi matrimoni combinati che poi finiscono felici e contenti.
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